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Chi erano gli Indios sottomessi dai conquistadores

Indios era il termine utilizzato dagli Spagnoli per indicare le popolazioni autoctone delle Americhe, convinti di essere arrivati sulle sponde delle Indie. Il termine indicava indifferentemente tutte le etnie locali, in realtà molto diverse tra loro e organizzate in civiltà con pochi tratti in comune.

Gli Indios, cioè gli Indiani d’America così chiamati da Cristoforo Colombo, che credette di aver raggiunto le Indie orientali, ignaro invece di aver scoperto un nuovo continente allora sconosciuto agli europei, erano i Maya, gli Aztechi e gli Inca. Ritenuti dagli europei rozzi e arretrati, in realtà avevano costruito grandi civiltà.

Vediamo quali sono le caratteristiche degli Indios o indigeni americani, anche detti amerindi, nativi americani, popoli precolombiani.

I Maya

I Maya abitavano la penisola dello Yucatán e le attuali Honduras e Guatemala, dove avevano fondato numerose città dotate di grandi templi e spazi per le attività del mercato. Le città erano autonome, governate dal sommo sacerdote e dai nobili. I Maya erano esperti astronomi, ma non conoscevano il ferro (e quindi non possedevano armi in metallo), la ruota e l’allevamento. Praticavano l’agricoltura e il commercio. Furono sterminati dai conquistadores nel corso del 1500.

Gli Aztechi

Gli Aztechi erano guerrieri stabiliti sull’altipiano del Messico. La loro capitale era Tenochtitlán (l’attuale Città del Messico), popolata da oltre 200 000 persone. Erano governati da un imperatore e da un consiglio di nobili. Non utilizzavano la ruota e gli attrezzi di metallo, ma realizzavano gioielli d’oro. Conoscevano la scrittura. Di questa civiltà ha sempre colpito la pratica cruenta dei sacrifici umani.

Nel 1521 Hernán Cortés conquistò Tenochtitlán e gli Aztechi che in quel momento erano sotto la guida di Montezuma. Successivamente, i conquistadores fondarono il nuovo insediamento di Città del Messico sul sito della capitale azteca in rovina; in seguito procedettero con la colonizzazione dell’America centrale.

L’impero inca

L’impero degli Inca o Incas si sviluppò tra il 1450 e il 1532 lungo la Cordigliera delle Ande, tra Equador, Perù e Cile settentrionale ed era diviso in circoscrizioni amministrative affidate a dei governatori. Le città erano costruite a quote elevatissime. L’economia si basava sulla coltivazione del mais e della patata. Indebolito da lotte interne, l’impero inca fu facilmente conquistato dai conquistadores spagnoli.

Allo stato attuale sopravvivono numerose popolazioni di lingua quecqua (lingua ufficiale dell’impero inca). Oltre ai quecqua, sono presenti altre popolazioni che mantengono ancora lingue e tradizioni di epoca precolombiana. È il caso degli aymara che vivono nel Perù meridionale e in Bolivia o dei mapuche in Cile.

Colonizzazione europea e genocidio degli Indios

A pochi anni dalla loro scoperta, le civiltà precolombiane vennero distrutte e le popolazioni sterminate e ridotte in schiavitù dai conquistadores, avventurieri pronti a tutto pur di impadronirsi delle ricchezze del Nuovo Mondo.

Principale responsabile del calo demografico furono le malattie infettive portate dagli europei, fino ad allora sconosciute in America, come il morbillo o il vaiolo, per le quali gli indigeni non avevano difese immunitarie. Le epidemie causarono moltissimi morti tra la popolazione. Secondo le stime, un secolo dopo la conquista, la popolazione messicana era molto inferiore rispetto a quella precedente l’arrivo di Colombo. Tuttavia i popoli indigeni non sparirono: molte donne si unirono agli spagnoli e da queste unioni nacquero molti meticci.

Purtroppo per compensare questa perdita di manodopera s’intensificò il commercio degli schiavi dall’Africa.

Per un approfondimento leggi:

I Maya – cultura, arte, religione.

Gli Aztechi – impero, cultura, arte, religione.

Impero inca – cultura, arte, religione.

 

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