Il Canto 15 dell’Inferno di Dante è dedicato al dialogo tra Dante e Brunetto Latini, letterato, uomo politico e suo maestro di retorica. Punito per il peccato di sodomia da una pioggia di fuoco e da un cammino incessante, Brunetto parlerà con Dante senza smettere di camminare.
Argomento del Canto 15 dell’Inferno:
- I sodomiti (vv. 1-21)
- Brunetto Latini (vv. 22-99)
- Chierici e letterati sodomiti (vv. 100-124)
Canto 15 Inferno: I sodomiti (vv. 1-21)
Dante e Virgilio si trovano nel terzo girone del settimo cerchio, dove sono puniti i violenti contro Dio, tra cui i sodomiti.
Dante e Virgilio camminano lungo i margini rocciosi del ruscello di sangue derivato dal fiume Flegetonte (un altro dei fiumi infernali); sopra di loro vi è è una nube di vapore che li protegge dalla pioggia di fuoco che si riversa intorno. Incrociano una schiera di dannati (i sodomiti). Poiché è quasi buio, questi li fissano per cercare di vederli come quando la luce è poca, stringendo gli occhi come fa il vecchio sarto mentre cerca di mettere il filo nell’ago.
Inferno Canto XV : Brunetto Latini (vv. 22-99)
Uno dei dannati lo afferra per la veste. Dante lo riconosce, sebbene lo spirito abbia i tratti sfigurati dalla pioggia di fuoco: è il fiorentino Brunetto Latini, che era stato suo maestro di retorica. Dante per primo si stupisce di vederlo condannato per sodomia – «Voi, ser Brunetto, siete qui?».
Lo spirito dichiara che parlerà con Dante senza smettere di camminare, perché altrimenti sarebbe costretto a restare fermo per cent’anni senza potersi riparare dalla pioggia di fuoco.
Dante gli spiega come mai sia disceso all’Inferno (Inferno Canto 1), e Brunetto lo esorta a seguire le sue inclinazioni naturali, che aveva avuto modo di apprezzare nel giovane Dante e di certo avrebbe continuato a stargli vicino nei suoi impegni di artista e di uomo politico se non fosse morto così presto.
Poi, gli profetizza oscure disgrazie: i suoi concittadini fiorentini lo avranno in odio e lo colpiranno proprio per la sua onestà. Dante si dichiara pronto a superare le prove cui la sorte lo sottoporrà. Riferirà quanto Brunetto gli ha detto a Beatrice, per trarne maggiori chiarimenti (in realtà, le spiegazioni verranno dall’avo Cacciaguida in Paradiso Canto 17).
Canto 15 Inferno: chierici e letterati sodomiti (vv. 100-124)
Dante chiede al dannato chi sono i suoi compagni di pena. Egli risponde che farà i nomi delle anime più note, perché sarebbe troppo lungo elencarle tutte.
Brunetto spiega che i sodomiti di quella schiera sono tutti chierici e letterati di grande fama. Tra essi il grammatico Prisciano, il giurista Francesco d’Accorso, Andrea de’ Mozzi, vescovo prima di Firenze e poi di Vicenza.
Brunetto è costretto a interrompere il colloquio, perché vede il fumo sollevato da un’altra schiera di dannati puniti per un peccato diverso dal suo. Si congeda da Dante, raccomandandogli la sua opera, il Trésor, che gli ha dato fama perenne; e corre via, rapidamente.