L’Innominato è uno dei personaggi dei Promessi Sposi. Lo troviamo per la prima volta nel capitolo 19 del romanzo: «un terribile uomo. Di costui non possiam dare né il nome, né il cognome, né un titolo». Lo ritroveremo poi nei capitoli 20, 21, 22, 23, 24, 29.
Innominato personaggio storico
Sebbene Alessandro Manzoni non faccia il nome, in realtà prese spunto da una figura storica: Francesco Bernardino Visconti, nobile vissuto nel XVII secolo (cioè nel 1600), feudatario di Brignano Ghiaradadda. Questo personaggio era un uomo misterioso, un violento criminale, un potente bandito, fiero, spietato, malvagio e arrogante che accettava incarichi sanguinosi fino all’omicidio di chi gli si opponeva. A un certo punto però si convertì grazie al cardinale Federigo Borromeo.
Nella prima stesura del romanzo, Fermo e Lucia, l’Innominato, chiamato conte del Sagrato (per il delitto commesso sul sagrato di una chiesa), è descritto in maniera più fosca, mentre nell’edizione definitiva diventa l’emblema del grande peccatore pentito.
Innominato personaggio dei Promessi Sposi descrizione fisica
L’Innominato nei Promessi Sposi viene descritto come un uomo di alta statura, bruno, calvo, con pochi capelli ormai bianchi e il volto rugoso, che dimostra più dei suoi sessant’anni, anche se il suo contegno e l’atteggiamento risoluto testimoniano una vigoria fisica e un’energia che sarebbero straordinari in un giovane.
La conversione dell’Innominato
Già da tempo l’Innominato aveva cominciato a provare un senso di disgusto per i passati delitti e a porsi domande sulla vita, sulla morte, accompagnato da un senso di solitudine tremenda, mentre la voce di Dio si faceva sempre più viva nel suo cuore.
Stava attraversando questa crisi proprio nel momento in cui arrivò la richiesta di don Rodrigo di far rapire Lucia dal convento di Monza, dove era tenuta nascosta. Egli accettò la richiesta. Alla vista della carrozza, che trasportava la ragazza rapita verso il castello, avvertì un oscuro presentimento, quasi una premonizione di quanto sarebbe successo. Poco dopo, il Nibbio, il suo bravo più spietato, gli disse di aver provato compassione verso la ragazza. Il fatto gli parve strano e incredibile, così decise di vederla.
L’incontro con Lucia gli fu fatale. La ragazza con le sue lacrime e le sue parole che gli chiedevano compassione («Dio perdona tante cose per un’opera di misericordia!») portarono la crisi al suo punto culminante.
La notte dell’Innominato
Quella supplica («Dio perdona tante cose per un’opera di misericordia!») tornò potente e autorevole durante la notte. Si ritrovò a pensare a tutta la sua vita e tutto gli apparve mostruoso ed egli precipitò in una cupa disperazione che gli fecero meditare il suicidio.
Ma non cedette alla tentazione, perché da quell’abisso di disperazione intravide la speranza. Il suono delle campane che sentì all’alba lo spinse poi a prendere un’altra decisione, quella d’incontrare il cardinale Federigo Borromeo che era in visita al paese.
Il cardinale lo accolse, lo abbracciò forte a sé. Da quell’abbraccio, l’Innominato rinacque: si mise subito all’opera per liberare Lucia e fu forte e determinato a fare il bene come prima lo era stato a compiere delitti.
L’Innominato: riassunto dei capitoli in cui è presente:
Capitolo 19 Promessi Sposi riassunto
Capitolo 20 Promessi Sposi riassunto
Capitolo 21 Promessi Sposi riassunto
Capitolo 22 Promesi Sposi riassunto
Riassunto capitolo 23 Promessi Sposi
Promessi Sposi capitolo 24 riassunto
Riassunto capitolo 29 Promessi Sposi.