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Inquinamento da plastica: cause, conseguenze e soluzioni

L’inquinamento da plastica è una grave forma di inquinamento e una delle peggiori minacce all’equilibrio degli ecosistemi.

Perché esiste il problema dell’inquinamento da plastica?

L’entusiasmo per la plastica, negli ultimi decenni, ci ha preso troppo la mano. Non solo abbiamo fatto poca attenzione a evitare che la plastica finisse nell’ambiente ma abbiamo iniziato a utilizzarla in maniera sconsiderata senza valutare il suo forte impatto sulla natura.

Tuttavia, l’inquinamento da plastica è un’urgenza a cui si sta rivolgendo, anche se in ritardo, sempre più attenzione.

Ma che cos’è la plastica e perché danneggia l’intero pianeta su cui viviamo?

La plastica è un materiale artificiale originato dal petrolio. Ne esistono molti tipi differenti e molti, tra i più diffusi, non sono biodegradabili. Questo crea problemi legati allo smaltimento dei rifiuti e all’inquinamento dell’acqua, dell’aria e del suolo.

Il primo problema è legato alla materia prima, il petrolio. Infatti, il petrolio bruciando produce gas inquinanti e la plastica è smaltita principalmente nelle discariche e negli inceneritori, mentre solo una piccolissima parte viene riciclata.

In secondo luogo, la grandissima produzione di plastiche per l’imballaggio (bottiglie, contenitori e involucri di vario genere) ha prodotto milioni di tonnellate di rifiuti rilasciati o abbandonati nell’ambiente.

La plastica dunque è davvero ovunque e spesso finisce nei nostri mari, minacciando la vita di tante specie marine.

Inquinamento da plastica in mare

Ogni anno finiscono in mare milioni di tonnellate di plastica. Se tale tendenza non dovesse cambiare, si stima che nel 2050 il peso della plastica presente negli oceani sarà superiore a quello dei pesci.

Questo fenomeno è dannoso per la salute dell’uomo e per l’ambiente. Infatti, se i pesci mangiano plastica, quest’ultima finisce poi, in qualche modo, anche nei nostri piatti.

D’altro canto la quantità dei rifiuti che sono già entrati negli oceani ha raggiunto una mole smisurata.

Great Pacific Garbage Patch

Attualmente ci sono 6 isole di rifiuti che invadono gli oceani e i mari; la più grande è la Great Pacific Garbage Patch, cioè la “Grande chiazza di immondizia del Pacifico”, al centro dell’Oceano Pacifico: circa 3 milioni di tonnellate di rifiuti accumulati, 100.000 km quadrati, portati fin lì da correnti marine. Costituisce un grave pericolo per le specie marine: i pesci rimangono impigliati in questa trappola o ne ingoiano i frammenti.

Inquinamento da plastica nel Mediterraneo

Anche il Mar Mediterraneo è interessato dal problema dell’inquinamento da plastica. C’è inoltre una precisa motivazione che rende l’emergenza plastica più grave nel Mediterraneo rispetto al resto delle acque del pianeta: essendo un mare chiuso, le correnti riportano sulle coste l’80% dei rifiuti di plastica. Il risultato è che per ogni chilometro di litorale, se ne accumulano oltre 5 kg al giorno.

Purtroppo l’Italia risulta essere il peggiore fra i Paesi che si affacciano sul Mediterraneo: da un lato perché sconta una maggiore estensione costiera; dall’altro perché risulta essere tra i principali produttori di manufatti in plastica e di rifiuti dell’area mediterranea.

Più del 70% dei rifiuti marini infatti è depositato nei fondali italiani e il 77% è costituito da plastica, per lo più derivante da articoli monouso, come imballaggi industriali e alimentari, borse e bottiglie.

Inquinamento da microplastiche in mare

L’inquinamento peggiore però è quello causato dalle microplastiche, cioè particelle di plastica con un diametro inferiore a 5 mm.

Le microplastiche, oltre che per le creature marine, sono pericolose indirettamente anche per l’uomo: capaci di viaggiare via acqua ma anche via aria, penetrano non solo nei liquidi che beviamo, ma anche nei nostri alimenti e nel nostro organismo.

Cosa si può fare per evitare che la plastica continui a inquinare i nostri mari?

Per purificare queste enorni acque occorre realizzare progetti differenti, attivare nuove disposizioni legislative e promuovere attività educative per sensibilizare i consumatori ad avere un comportamento corretto e rispettoso.

Per ridurre l’uso della plastica è bene:

preferire cibi e bevande in contenitori di vetro, meglio se a “rendere”;

evitare prodotti in plastica usa e getta. Quindi dire no a cannucce, buste della spesa non compostabili, bottiglie, piatti, posate di plastica;

usare borse per la spesa riutilizzabili al posto dei sacchetti;

fare la raccolta differenziata separando correttamente la plastica in modo che possa essere riciclata;

non comprare prodotti che abbiano un imballaggio di plastica;

non comprare bagnoschiuma, dentifrici e scrub per il viso che contengano polietilene e altre microplastiche;

usare la borraccia per risparmiare un’infinità di bottiglie di plastica.

 

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