Jan Hus fu uno dei più importanti teologi e riformatori religiosi del proprio tempo. Nato nel 1369 circa, di umili origini, il boemo Jan Hus divenne sacerdote nel 1400, poi professore e rettore all’Università di Praga.
Jan riformatore boemo
Influenzato dalle idee di John Wicliffe, condannò con energia la corrotta e mondanizzata Chiesa cattolica e anticipò alcune idee protestanti, essendo tra l’altro vissuto prima di Lutero, Calvino e Zwingli.
Fu scomunicato da papa Alessandro V e, nonostante il salvacondotto dell’imperatore Sigismondo, fu arrestato dal Concilio di Costanza, dove era stato chiamato per discolparsi.
Rifiutò invece di ritrattare le proprie posizioni; fu allora spoliato delle vesti sacerdotali e condotto al rogo nella piazza della città dove fu arso come eretico il 6 luglio 1415.
La morte del predicatore suscitò grande emozione in tutta la Boemia e provocò la formazione di una lega di 500 nobili; la lega era sostenuta da ampi settori della borghesia cittadina e del mondo contadino. Ne nacque una vera e propria guerra, con massacri ripetuti di cattolici e di hussiti (il movimento che si originò da Jan Hus).
Gli hussiti rivendicavano la sovranità della Scrittura nella dottrina e nel regolamento di vita; la libertà di predicazione della Parola divina; l’occupazione dei beni ecclesiastici da parte dello Stato.
Gli hussiti si divisero in due correnti, una più radicale, detta dei taboriti (dalla città di Tabor, dove si stabilirono dal 1420); l’altra più moderata, detta degli utraquisti, che rivendicavano anche per i laici l’eucarestia sotto “entrambe le specie” del pane e del vino.
Contro gli hussiti Roma condusse, senza successo, cinque crociate. Nel 1436 giunse a un accordo con i moderati, sulla cui base sorse in Boemia la Chiesa utraquista (o calistina, dal latino calix, “calice”) che durò fino al 1629. Dal taborismo si sviluppò invece la comunità dei Fratelli Boemi o Moraviani tuttora esistente.