Jurij Gagarin (1934-1968) è stato il primo uomo a viaggiare nello spazio. Mercoledì 12 aprile 1961 il cosmonauta russo, il maggiore pilota Yuri Alexeievic Gagarin, all’età di 27 anni, compì un’orbita completa intorno alla Terra a bordo della capsula spaziale VostoK (Oriente) 1.
Durante il suo brevissimo volo di 108 minuti attorno alla Terra, Yuri Gagarin – nome in codice Kedr (cedro) – pronunciò la famosa frase destinata a restare famosa per sempre: «Da quassù la Terra è bellissima, senza frontiere né confini». E ancora, nel rispetto dell’ateismo della propaganda comunista: «Non c’è nessun Dio quassù». Non sappiamo se il cosmonauta pronunciò effettivamente le parole attribuitegli, ma queste impressionarono enormemente la popolazione umana in un periodo di grandi tensioni generate dalla Guerra fredda.
Chi era Yuri Gagarin?
Jurij Gagarin era nato il 9 marzo 1934 nel villaggio russo di Klusino, nella provincia di Smolensk. Suo padre era un falegname e sua madre una contadina. Si diplomò in metalmeccanica, ma la sua passione per il volo lo spinse a entrare nell’aviazione russa, dove fu scelto come collaudatore, fino a quando nel 1959 entrò nella rosa dei candidati per il primo volo nello spazio e fu scelto tra 3500 aspiranti astronauti.
All’epoca del suo storico volo, era sposato con un’infermera, Valentina, di un anno più giovane di lui, ed era padre di due figlie, Elena e Galina.
Dopo la storica impresa, Gagarin ricevette numerose onorificenze e i russi lo proclamarono eroe nazionale. Non tornò mai più nello spazio ma collaborò alla preparazione di altre missioni spaziali, come quella che nel 1963 portò in orbita Valentina Tereskova, la prima donna nello spazio, e mise a punto la prima navicella Sojuz.
Jurij Gagarin, il primo essere umano a viaggiare nello spazio, morì sette anni dopo la straordinaria missione sul Vostok 1: a soli 34 anni, il 27 marzo 1968, si schiantò con l’aereo da caccia che stava pilotando.
L’impresa di Gagarin si compì in piena Guerra fredda, quando ogni situazione, ogni campo, ogni attività diventava l’occasione per uno scontro diretto, ma senza armi, tra le due più grandi superpotenze del mondo – gli Stati Uniti e l’ex Unione Sovietica – per dimostrare la loro supremazia.
Gli Stati Uniti non accettarono di lasciare il primato dello spazio ai Russi. Decisero perciò di investire maggiormente e negli anni seguenti la corsa allo spazio fu guidata dagli Stati Uniti fino a che, il 20 luglio 1969, dopo tre giorni di viaggio, la navicella statunitense Apollo 11, con a bordo Neil Armstrong, Buzz Aldrin e Michael Collins, arrivò sulla Luna.