La dotta ignoranza (De docta ignorantia) di Nicola Cusano (1401-1464) è un’opera filosofica in tre libri composta nel 1439-1440 e pubblicata postuma nel 1488.
La «dotta ignoranza» è l’atteggiamento del filosofo che, consapevole di quanto stretta sia la fascia del noto rispetto all’immensità di ciò che è ignoto, assume come proprio unico titolo di privilegio il «sapere di non sapere», alla maniera di Socrate e di altri saggi dell’antichità.
Considerata l’incommensurabilità del finito con Dio, un tale atteggiamento si propone all’uomo come il solo ragionevole.
Come un poligono, per grande che sia il numero dei suoi lati, non coinciderà mai con la circonferenza iscritta, così la conoscenza dell’uomo non potrà mai adeguare la realtà di Dio.
Peraltro la conoscenza è possibile come congettura, e cioè come affermazione includente sempre un rimando implicito all’assoluto irraggiungibile.
Sulla base della dotta ignoranza si può dunque costruire un’interpretazione del mondo.
Il mondo nella sua totalità è Dio contratto, cioè è l’unità e l’infinità di Dio divise e differenziate nel molteplice.
Dio è in tutte le cose e al tempo stesso infinitamente al di là di esse, in quanto unità indivisibile. Egli, come identità, uguaglianza e semplicità, è la complicazione (complicatio) del tutto; e in quanto poi la sua identità si dispiega nella molteplicità, l’uguaglianza nella differenza e la semplicità nella divisibilità, è parimenti l’esplicazione (explicatio) del tutto.
C’è dunque una sorta di duplice rimando da Dio alle cose e dalle cose a Dio, che si realizza mediante lo Spirito di Dio o Spirito Santo.
Nicola Cusano sviluppa da queste premesse una nuova cosmologia, ricca di anticipazioni e di suggestioni che saranno molto presto raccolte:
- il mondo non ha un centro e un limite esterno, come riteneva Aristotele, ma il suo centro è dappertutto e la sua circonferenza in nessun luogo, «perché circonferenza e centro sono Dio, che è dappertutto e in nessun luogo»;
- la Terra non è il centro del mondo, non è perfettamente sferica, non è fatta di una sostanza differente da quella degli astri; e si muove, ma di un movimento non perfettamente circolare.
In alcuni passi del II libro si possono anche cogliere formulazioni non equivoche del principio di gravità e del principio di inerzia.
Il libro III è dedicato prevelentemente all’interpretazione metafisica della funzione mediatrice del Cristo.