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La Falsa Donazione di Costantino

La Donazione di Costantino è giustamente considerata il più famoso falso nella storia della Chiesa occidentale. Con questo atto, recante data 30 marzo 315, l’imperatore Costantino (274-337), nello stabilire la capitale a Costantinopoli, avrebbe donato a papa Silvestro I e ai suoi successori Roma, l’Italia e l’intero Occidente, riservando per sé il governo della parte orientale dell’Impero. Costantino avrebbe compiuto questo gesto dopo essere guarito dalla lebbra grazie al battesimo che gli avrebbe conferito papa Silvestro.

Quando avviene in realtà la Donazione di Costantino?

In realtà, il documento che attestava questa donazione era opera di una contraffazione avvenuta oltre quattrocento anni dopo la morte di Costantino, quando in Italia si andava consolidando lo Stato pontificio.

La cosiddetta Donazione di Costantino fu fabbricata probabilmente dalla Curia romana alla metà dell’VIII secolo, per dare una giustificazione agli accordi che il papato si preparava a stringere con i Franchi, allo scopo di ottenerne l’aiuto contro i Longobardi decisi a intraprendere una politica espansionistica in Italia.

Questa falsa donazione serviva quindi a fornire una inoppugnabile base legale al potere temporale del papato e alle sue aspirazioni egemoniche.

Trascurato per molto tempo, il documento fu utilizzato politicamente dai pontefici dall’XI secolo in poi, quando si fece più acuto il contrasto tra il papato e l’impero.

Chi dimostrò la falsità della Donazione di Costantino?

Sospetti sulla sua autenticità furono avanzati periodicamente. Nel 1433 il grande umanista tedesco Niccolò da Cusa (1400-1464) formulò forti riserve sulla pretesa donazione, ma fu solo con il celebre trattato De falso credita et mentita Constantini donatione (Sulla falsamente creduta e smentita donazione di Costantino) scritto nel 1440 dal grande umanista italiano Lorenzo Valla (1407-1457), che la questione fu affrontata sistematicamente e risolta.

Lorenzo Valla e la Falsa Donazione di Costantino

Lorenzo Valla dimostrò la falsità della Donazione di Costantino con argomenti storici, giuridici, linguistici e filologici.

Dopo aver dimostrato che l’imperatore Costantino non aveva titolo giuridico per donare possedimenti di territori e il papa per accettarli, passò a considerare il dato di fatto che papa Silvestro in realtà non possedette mai province dell’Impero né le possedettero per secoli i suoi successori.

Il colpo per l’immagine della Chiesa e per le sue aspirazioni politiche fu duro. Infatti, veniva meno un importante sostegno giuridico a giustificazione delle aspirazioni secolari del papato.

Il trattato diede grande celebrità al suo autore, un intellettuale ancora giovane ma già molto conosciuto.

Il trattato di Lorenzo Valla, tuttavia, venne pubblicato solo nel 1517 e in ambiente protestante; la Chiesa cattolica nel 1559 lo inserì nell’Indice dei libri proibiti in quanto pericoloso per la fede.

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