La guerra tra Roma e Veio, la potente città etrusca situata su un’altura a circa 15 km a Nord di Roma, si articolò in tre fasi distinte. Il motivo della guerra era il controllo della città di Fidene, posta sulla riva sinistra del fiume Tevere, lungo la via Salaria, perché Veio voleva sottrarre a Roma il commercio del sale.
Le fasi della guerra tra Roma e Veio
Nella prima fase della guerra (480-477 a.C,) l’esercito romano venne sterminato presso il fiume Cremera.
Dopo un lungo periodo di tregua, ebbe inizio la seconda fase (437-426 a.C.), che si concluse con la conquista della città di Fidene da parte dei Romani.
La conquista di Veio
Nella terza e ultima fase (406-396 a.C.) Roma conquistò la città etrusca (Veio) grazie allo stratagemma ideato dal dittatore Marco Furio Camillo, che fece scavare un cunicolo sotterraneo cogliendo i nemici di sorpresa. I Veienti (gli abitanti di Veio) furono massacrati o venduti come schiavi. Il territorio di Veio venne inglobato in quello di Roma, consentendo di procedere all’assegnazione di terre coltivabili ai plebei.
La guerra tra Roma e Veio fu la prima guerra di conquista intrapresa da Roma. Le guerre precedenti avevano avuto soprattutto carattere difensivo.
Dopo la conquista della città di Veio, Roma nel 390 a.C. subì a sua volta l’umiliazione dell’invasione e il saccheggio da parte del Galli Sènoni guidati ai Brenno. Mentre i Galli mettevano a ferro e fuoco la città, la popolazione romana si rifugiò proprio a Veio.
Anche questa volta intervenne Marco Furio Camillo che liberò la città di Roma dai Galli Sènoni, guidati da Brenno che aveva chiesto ai senatori romani un’enorme quantità di oro per lasciare la città.
Pertanto Marco Furio Camillo, per la sua vittoria nella guerra contro la città di Veio, ma soprattutto per aver liberato con le armi nel 390 a.C. la città di Roma dai Galli Senoni, viene ricordato come il secondo fondatore di Roma, dopo il primo re Romolo. Vinse poi Volsci, Equi ed Etruschi.