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La monade nella filosofia di Leibniz

La monade nella filosofia di Leibniz. Riassunto di filosofia.

Cos’è la monade?

La monade (dal greco monás, che a sua volta deriva da mónos, “solo”, “unico”) è un “atomo spirituale”, una sostanza semplice e indivisibile, senza parti e quindi priva di estensione. Non potendosi disgregare, è eterna e soltanto Dio può crearla o annullarla.

Ogni monade è diversa dall’altra: non vi sono in natura due esseri perfettamente uguali, cioè che non siano caratterizzati da una differenza “sostanziale” (principio dell’identità degli indiscernibili).

Le monadi sussistono come mondi chiusi, non possono influenzarsi a vicenda né subire modifiche dall’esterno.

Ogni monade rappresenta l’universo da un particolare punto di vista.

L’attività delle monadi si sviluppa in due momenti:

  • la percezione, cioè l’attività rappresentativa;
  • l’appetizione, cioè il tendere da una percezione all’altra.

Il filosofo tedesco Leibniz (1646-1716) fa una distinzione tra percezione e “appercezione”. Mentre le percezioni appartengono anche agli animali e alle piante, l’appercezione (la consapevolezza delle proprie percezioni) è propria soltanto di quella monade più elevata che è l’anima umana.

Le monadi formano una gerarchia, al cui vertice c’è Dio, monade perfetta, che rappresenta tutti i punti di vista possibili, mentre le monadi create, hanno ciascuna soltanto un punto di vista particolare.

Per Leibniz la materia è un aggregato di monadi, ovvero di “atomi spirituali”. Leibniz suddivide così la materia in materia prima e materia seconda. La materia prima coincide con la forza di inerzia e di resistenza insita nella monade. La materia seconda è un aggregato di monadi che, nel caso degli animali e degli uomini, è tenuto insieme e diretto da una monade superiore o dominante: l’anima.

Corpo e anima differiscono tra loro solo per i diversi gradi di chiarezza delle loro percezioni e seguono leggi indipendenti. I corpi agiscono tra loro secondo leggi meccaniche; le anime agiscono secondo leggi finalistiche. L’anima e il corpo seguono ognuno la propria legge, separatamente. Nasce così il problema di spiegare l’accordo dell’anima con il corpo.

Il problema dell’accordo tra l’anima e il corpo si configura più in generale come problema della comunicazione reciproca tra le monadi che costituiscono l’universo.

Leibniz distingue tre possibili soluzioni a questo problema:

  1. quella dell’influenza reciproca tra anima e corpo (filosofia volgare), che risulta però in contraddizione con la tesi dell’incomunicabilità delle monadi;
  2. quella occasionalistica dell’assistenza, che introduce un Deus ex machina in qualcosa che in realtà è naturale e ordinario e nel quale pertanto Dio non deve intervenire se non nello stesso modo in cui concorre in tutti gli altri fatti della natura;
  3. quella dell’armonia prestabilita – sostenuta da Leibniz – che riconosce che l’accordo tra le monadi è stato predisposto da Dio (l’unico che può creare o distruggere le monadi) all’atto della creazione.

La dottrina dell’armonia prestabilita prevede che il corpo organico (degli animali o dell’uomo) sia una specie di macchina divina o di automa naturale, le cui manifestazioni non sono per nulla influenzate dagli atti spirituali.

 

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