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La morte di Orlando – Chanson de Roland

La morte di Orlando, durante la battaglia di Roncisvalle, è il momento di più alta tensione drammatica dell’intero poema, la Chanson de Roland.

Di fronte alla disfatta e alla morte vicina, Orlando annuncia a Carlo Magno il tradimento subìto da Gano e il sacrificio compiuto, suonando il suo corno Olifante, fino a farsi uscire il cervello dalle orecchie.

La morte di Orlando

Il momento è di grande tragicità. L’eroe dapprima perde la vista, i sensi cominciano a venir meno, capisce che la morte incombe.

Preso da una sorte di furore, tenta di distruggere Durendal, la sua spada, perché non cada in mano nemica e inveisce contro di essa.

Mancando progressivamente le forze, Orlando si distende sotto un pino (un albero imponente, simbolo dello slancio divino) con lo sguardo rivolto verso il nemico («verso la Spagna ha rivolto il viso», v.80), per dimostrare di non essere stato colpito mentre fuggiva. Non si tratta quindi di un atto di resa, ma al contrario di un ultimo atto di sfida e di rivendicazione solenne.

Confessa a Dio i suoi peccati e si affida al suo giudizio. Poi gli offre il guanto in segno di sottomissione, come un vassallo fa con il suo signore.

Dio accetta il suo gesto e le sue preghiere; il suo guanto è raccolto dall’arcangelo Gabriele e la sua anima è quindi salva. Gli arcangeli la portano direttamente in Paradiso.

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