Romolo è il primo dei sette re di Roma. Anche se i Romani – a differenza dei Greci – erano restii ad attribuire caratteristiche divine a personaggi umani, questo non valeva per la figura del loro mitico fondatore, primo re di Roma.
Non solo, secondo la leggenda, Romolo è di origine divina, perché figlio della vestale Rea Silvia (a sua volta discendente dell’eroe troiano Enea) e del dio della guerra Marte. Anche la sua morte inoltre ha ben poco in comune con quella dei semplici mortali.
Morte e ascensione in cielo di Romolo
Narra infatti la leggenda che, il 5 o il 7 luglio del 716 a.C., durante un’adunanza del popolo nel Campo Marzio, una nube abbia avvolto Romolo, e da quel momento nessuno lo ha mai più rivisto sulla terra.
Questo il racconto di Plutarco in Vita di Romolo, 27, 7-8; trad. C. Ampolo:
«La luce del sole si sarebbe offuscata, sarebbe calata una notte che non era placida né serena, ma agitata da terribili tuoni e scossa da ogni parte da raffiche di vento e da pioggia scrosciante. Allora la folla, che era accorsa numerosa, si sarebbe dispersa, mentre i potenti si radunarono l’uno accanto all’altro; quando la bufera cessò e tornò la luce, il popolo convenne nel luogo di prima alla ricerca del re, pieno di rimpianto; ma i potenti non permisero che si affannassero a cercarlo; invece invitarono tutti a onorare e venerare Romolo poiché era stato innalzato tra gli dèi: da buon re sarebbe divenuto per loro un dio propizio».
Questa leggenda, fra l’altro, secondo diverse interpretazioni, sarebbe alla base dell’esistenza dell’oculus al centro della volta del Pantheon, monumento che fu realizzato molti secoli dopo (nel 27 a.C.) da Agrippa proprio per ricordare anche il punto dove Romolo era morto e dove era asceso al cielo.
Romolo divinizzato nella figura di Quirino
Dopo l’ascensione in cielo, secondo i suo stessi desideri, Romolo sarebbe stato divinizzato nella figura di Quirino, dio sabino, celebrato durante i Quirinalia.
La morte di Romolo nella realtà storica
Nella probabile realtà storica, invece, i patrizi assassinarono Romolo durante una seduta del consiglio regio nel Foro romano, perché esasperati dalle continue limitazioni imposte al Senato.
Il suo corpo sarebbe stato simbolicamente smembrato dai senatori, diviso tra essi e sepolto in varie parti della città.