Frate Cipolla riassunto della decima novella raccontata da Dioneo nella sesta giornata del Decameron di Giovanni Boccaccio.
Novella Frate Cipolla riassunto breve
Frate Cipolla appartiene all’ordine di Sant’Antonio Abate, protettore degli animali. Frate Cipolla Boccaccio ce lo descrive così: «piccolo, di pelo rosso e lieto nel viso», «ottimo parlatore» tanto da poterlo scambiare per Cicerone o Quintiliano, grandi maestri della retorica.
Fra Cipolla si è recato, come tutti gli anni, a Certaldo (località nei pressi di Firenze, ben nota a Boccaccio, che vi era nato e in cui scelse di ritirarvisi nell’ultima parte della sua vita), per raccogliere le offerte. Promette agli abitanti del luogo che mostrerà loro una reliquia. Si tratta di una penna dell’arcangelo Gabriele lasciata nella casa della Vergine Maria quando si era recato da lei ad annunciarle il concepimento e la nascita di Gesù.
Due abitanti di Certaldo, Giovanni del Bragoniera e Biagio Pizzini (membri di famiglie effettivamente vissute a Certaldo), udito ciò decidono di sottrarre al frate la presunta reliquia, al solo scopo di vedere come il frate riuscirà a tirarsi fuori dall’impiccio. I due si recano quindi all’alloggio del frate, mentre questi è assente.
Al servo di fra Cipolla, Guccio Imbratta («sporco e bugiardo; negligente, disubidiente e maldicente;[…] smemorato e scostumato»), era stato ordinato di sorvegliare la stanza del padrone. Si trova invece in cucina intento a sedurre la cuoca Nuta.
La cuoca Nuta è unta e brutta quanto lui («grassa e grossa e piccola e mal fatta, con un paio di poppe che parean due ceston da letame […], tutta sudata unta e affumicata»). Biagio e Giovanni riescono così a sottrarre la penna (in realtà di pappagallo) e a sostituirla con dei carboni.
Al momento della predica, frate Cipolla, come promesso, apre la scatola e al posto della piuma vi trova i carboni. Senza scomporsi, non fa che cambiare il contenuto della propria predica. Mostra infatti i carboni presentandoli come quelli che hanno arrostito San Lorenzo. Il fatto poi che Cipolla li abbia con sé è un segno divino, visto che di lì a pochi giorni sarà la festa di San Lorenzo (10 agosto).
La folla dei fedeli è così entusiasta che il frate raccoglie più offerte del solito.
Alla fine della cerimonia, Biagio e Giovanni si complimentano con lui e gli restituiscono la penna.
Frate Cipolla Analisi
Era molto diffuso, nel Trecento, il tema dei frati questuanti che spillavano soldi mostrando false reliquie. E Frate Cipolla, il protagonista, appartiene proprio all’ordine di Sant’Antonio Abate condannato nel 1240 da papa Gregorio IX per le imposture dei suoi adepti.
Giovanni Boccaccio mostra sicuramente simpatia per il frate dotato di quelle virtù dell’ingegno, della prontezza e dell’abilità nel parlare che gli sono sempre care; e tuttavia non manca una polemica contro la degenerazione degli ordini religiosi.
Tale atteggiamento però non implica disprezzo per la religione in sé e per i suoi principi: Boccaccio resta un convinto credente. Si tratta insomma, per Boccaccio, di un puro divertimento letterario.