Il Dolce stil novo è la nuova poetica letteraria che si affermò a Firenze tra il 1280 e il 1310. Fu Dante a impiegare per la prima volta questa definizione nel canto XXIV del Purgatorio, mettendola in bocca a Bonagiunta Orbicciani da Lucca (poeta toscano che rielaborò i temi e le tecniche della Scuola Siciliana).
Rispondendo a Dante, che gli aveva esposto la propria poetica stilnovistica, Bonagiunta dice di averne compreso la “novità” e le ragioni che la oppongono alla precedente tradizione poetica, rappresentata da Giacomo da Lentini (e cioè dalla Scuola Siciliana) e da Guittone d’Arezzo (e cioè dai Siculo-toscani) e definisce la nuova scuola appunto Dolce stil novo.
Cosa s’intende per Dolce Stil Novo?
«Dolce» allude alla semplicità e alla soavità, lontana dalle asprezze e dalle difficoltà retoriche dei predecessori; «stile» va a designare il modo di scrivere; «novo» rivendica una sorta di rivoluzione letteraria.
Chi sono gli esponenti del Dolce stil novo?
I maggiori esponenti dello stilnovismo furono Guido Cavalcanti e Dante stesso; ma fecero parte di questa tendenza tre poeti fiorentini, Lapo Gianni, Gianni Alfani, Dino Frescobaldi, e un pistoiese, Cino da Pistoia.
Chi è l’iniziatore del Dolce Stil Novo?
Precursore e iniziatore fu il bolognese Guido Guinizzelli, la cui canzone, Al cor gentil rempaira sempre amore, è considerata il manifesto del Dolce stil novo.
Nel canto XXVI del Purgatorio, Dante incontrerà Guinizzelli e lo chiamerà «Padre mio», riconoscendogli così il ruolo di iniziatore della nuova poetica, caratterizzata da «rime d’amor dolci e leggiadre».
Come viene vista la donna nel Dolce stil novo?
I poeti stilnovisti concepiscono l’amore e la donna in modo del tutto nuovo rispetto ai poeti precedenti, in particolare quelli della Scuola Siciliana.
L’amore assume una dimensione assolutamente spirituale. Viene inteso come perfezionamento morale e non può nascere che in un cuore «gentile», cioè nobile, virtuoso.
La donna è considerata un angelo, una creatura perfetta capace di suscitare nell’uomo sentimenti profondi nobilitanti e di elevare la sua anima fino a Dio, liberandola così da ogni miseria e bruttura terrena.
Dolce stil novo caratteristiche
Questa nuova concezione della vita e dei sentimenti richiede ai poeti stilnovisti una forma linguistica altrettanto nuova e originale.
Ecco allora che, alla lingua aspra e difficile dei loro predecessori, sostituiscono una lingua «dolce», cioè leggiadra, elegante, armoniosa, senza troppi scontri consonantici o rime troppo complicate e costruzioni sintattiche complesse.
Chi sono gli stilnovisti?
Gli stilnovisti provengono quasi sempre dalle file della nuova borghesia urbana e non da quelle della vecchia nobiltà feudale.
Essi si considerano una cerchia eletta che trova nella propria superiorità culturale e nella propria raffinatezza spirituale le ragioni di un prestigio sociale non più dipendente dalla nobiltà di sangue, ma solo dalla nobiltà dell’animo (che ora è chiamata «gentilezza»).
È singolare che, per quanto essi siano attivamente impegnati nelle lotte comunali, nello scontro delle fazioni e degli interessi materiali e ideali, di tutto ciò non resti traccia nei loro versi. Ma è appunto in questa capacità di astrazione e di rarefazione, in questa assoluta fedeltà ad Amore, concepito come momento di elevazione spirituale, va cercato il vero punto forte della “novità” del Dolce stil novo.