Il sistema di numerazione sumera risale al 3000 a.C. e sembra essersi sviluppato in modo indipendente da quello egiziano. In seguito fu adottato anche dai babilonesi.
Era utilizzato principalmente in ambito amministrativo ed economico: registrazioni e conteggi di scambio di provviste o salari. Spesso si incidevano tavolette che da un lato presentavano gli oggetti dello scambio e dall’altro i numeri che ne rappresentavano la quantità.
Il sistema di numerazione sumera è il primo ad introdurre la base sessagesimale (60) che ancora oggi utilizziamo per misurare il tempo e gli angoli. I Sumeri avevano parole per indicare i numeri 1, 60, 60×60, 60x60x60, ecc. Avevano anche i nomi per i numeri 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8 9 e 10 e multipli di 10 minori di 60.
Mentre gli Egizi scolpivano i loro segni (chiamati geroglifici) nella pietra o li dipingevano su papiri, le registrazioni dei Sumeri avvenivano su tavolette di argilla fresca, materia molto facile da reperire e lavorare in Mesopotamia.
Per incidere l’argilla fresca utilizzavano stili di canna o di avorio. Gli stili avevano da un lato una punta molto grezza che consentiva loro di segnare tacche circolari, dall’altro un’estremità a punta che permetteva loro di tracciare linee. I simboli della numerazione sumera tracciati con questa tecnica sono chiamati curvilinei.
I simboli dei numeri comparivano al di sopra dell’immagine dell’oggetto. Il simbolo corrispondente al numero 600 era composto dalla tacca che rappresentava il numero 60 con il cerchietto che rappresentava il 10. In pratica la combinazione di simboli base rappresentava il risultato del loro prodotto. Allo stesso modo 36.000 era la combinazione dei simboli di 3.600 e 10.
Come in Egitto, non c’era un ordine di posizione dei simboli, raggruppati solo per ragioni stilistiche e per comodità di calcolo.
Di seguito la figura che rappresenta il numero 7.320
Tale notazione permetteva di utilizzare pochi simboli, ma aveva lo svantaggio di dover compiere ogni volta un’operazione aritmetica. Per ovviare a questo problema gli scribi introdussero una nuova notazione a rappresentare il segno di sottrazione, in modo da ottenere gli stessi numeri con meno simboli; ad esempio, il numero 59 era ottenuto con la sottrazione di 60 e 1.