La poesia comico realistica si sviluppa in Toscana, in particolare a Siena, nel Duecento contemporaneamente al Dolce stil novo. Essa rappresenta con efficace realismo gli aspetti e i sentimenti più comuni, talvolta anche volgari, della vita.
Le caratteristiche
I temi cui si ispira la poesia comico realistica, nettamente contrapposti a quelli spirituali del Dolce stil novo, sono:
– l’amore ardente, appassionato e sensuale;
– la donna come creatura terrena (e non la donna angelo degli stilnovisti);
– l’esaltazione del denaro, del gioco d’azzardo, del divertimento, del piacere;
– il lamento contro la povertà e i fastidi della vita.
Questi componimenti poetici fanno frequente ricorso al discorso diretto; utilizzano un linguaggio «comico» (cioè medio, vicino a quello popolare, con l’uso di termini concreti che si riferiscono a parti del corpo, animali, ambienti domestici, mestieri, ecc. del tutto assenti dalla tradizione della lirica illustre); obbediscono a precise scelte stilistiche come l’uso dell’ingiuria e il gusto per la parola forte e violenta, per l’aggressività verbale.
I poeti della poesia comico realistica
Non si deve credere che i poeti della poesia comico realistica fossero privi di cultura o antiletterati. Essi, nell’eleggere questo tipo di poesia, erano infatti spinti da vari motivi: gioco intellettuale; volontà di sperimentare nuove forme artistiche; ricorrere alla satira sociale per dare sfogo alla propria irrequietezza morale.
L’iniziatore della poesia comico-realistica, riconosciuto come tale anche dai contemporanei, è Rustico di Filippo detto il «Barbuto», fiorentino, vissuto nella seconda metà del Duecento. Il suo canzoniere si divide simmetricamente in due parti: ventinove sonetti d’amore in stile aulico; ventinove sonetti di stile e di argomento comico-realistico, ai quali affida la sua fama.
Altre figure di rilievo sono il senese Meo de’ Tolomei (nato attorno al 1260); il giullare aretino Cenne Da La Chitarra (per lo strumento che usava nella sua professione); Folgore da San Gimignano (nato intorno al 1280, il suo vero nome è Giacomo di Michele: Folgore, cioè fulgore, magnificenza, è il soprannome; muore nel 1332). Ma il maggior rappresentante della poesia comico-realistica è Cecco Angiolieri.
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