La stanza rossa di Matisse, 1908-1909, olio su tela, 180×220 cm. San Pietroburgo, Museo dell’Ermitage.
La stanza rossa di Matisse: storia dell’opera
In un primo tempo nella grande tela (180×220 cm) predomina il verde ed essa è intitolata Armonia in verde. Nella primavera del 1908 Matisse la ridipinge con il blu e nell’ottobre la espone al Salon d’Automne come Armonia in blu.
Vedendola appesa alle pareti del Salon, il pittore però non è ancora del tutto soddisfatto. Così, nella primavera del 1909, prima di consegnarla al collezionista russo Sergej Sukin, cambia nuovamente idea e, «per soddisfare un miglior bilanciamento dei colori», la ripassa con un rosso acceso e vivace, dandole il titolo definitivo di La stanza rossa.
È uno dei primi quadri in cui, oltre all’acceso cromatismo, tipico del periodo fauve, compaiono in primo piano quegli elementi decorativi che annullano quasi completamente la profondità dello spazio e che, negli anni successivi, diventeranno la sua caratteristica principale.
La stanza rossa di Matisse: descrizione dell’opera
La stanza rossa raffigura un interno domestico. Qui una donna è intenta a disporre una fruttiera su un tavolo, su cui si trovano anche altri frutti, due bottiglie e alcuni pezzi di pane.
Un rosso intenso domina la scena, colorando sia la tavola sia le pareti della stanza con una campitura piatta e uniforme. Eleganti motivi ornamentali blu e neri raffigurano vasi di fiori e rami di piante, simili ad arabeschi orientaleggianti.
Il colore è dunque l’elemento predominante nell’opera. Esso è utilizzato dall’artista non per realizzare una rappresentazione realistica ma per esprimere le emozioni suscitate dagli oggetti quotidiani e dal mondo che ci circonda.
In questo caso, l’intensa vivacità cromatica suggerisce un’atmosfera domestica serena, ulteriormente evidenziata dal cielo azzurro e dal verde acceso del paesaggio che si intravvede dalla finestra.
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