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La tempesta Shakespeare riassunto e spiegazione

La tempesta è l’ultima commedia scritta da Shakespeare, intorno al 1611. Quando scrive La tempesta William Shakespeare (1564-1616) ha quindi 47 anni. Il ciclo delle grandi tragedie è concluso; ha raggiunto fama e agiatezza; l’ispirazione artistica è quasi esaurita e con The tempest/La tempesta Shakespeare conclude la sua carriera, ritirandosi ormai ricco e famoso a Stratford, dove morirà.

La tempesta Shakespeare riassunto

L’intera vicenda si svolge in 5 atti, su un’isola incantata, ignota e sperduta. Qui vive il mago Prospero, un tempo duca di Milano, ma spodestato dal fratello Antonio, con l’aiuto del re di Napoli, Alonso. Sull’isola con Prospero si trovano anche sua figlia Miranda e una piccola corte di spiriti suoi servitori, fra cui il folletto dell’aria Ariel e il selvaggio Calibano. Calibano è un mostro deforme, figlio della strega Sycorax, esiliata sull’isola anni prima ma morta prima dell’arrivo di Prospero. Ariel, imprigionato dentro un pino dalla perfida strega Sycorax, viene liberato dal mago Prospero, ma in cambio è costretto a servirlo.

In seguito a una tempesta (da qui il titolo originale The tempest) scatenata dagli incantesimi di Prospero, naufragano sull’isola il fratello Antonio, il re di Napoli Alonso e il figlio di questi, Ferdinando. Quest’ultimo, tenuto prigioniero da una magia di Prospero, s’innamora, ricambiato, di Miranda.

Alonso e Antonio vengono spaventati dagli spiriti, così da pentirsi delle ingiustizie commesse. Prospero libera Ferdinando e gli concede la figlia in sposa; poi perdona il fratello, che gli rende il trono del ducato. Nel finale Prospero rinuncia alla magia, libera gli spiriti, dà a Calibano il potere sull’isola e parte con i naufraghi e i nuovi sposi per l’Italia, per invecchiare e morire come un comune mortale ora che il distacco dalle passioni e la perdita delle illusioni gli permettono «di comprendere molto e di accettare il resto».

Prima di rinunciare definitivamente alla magia e al desiderio di vendetta, Prospero ci regala un monologo, nel quale molti hanno visto un congedo di Shakespeare dal teatro, e questi indimenticabili versi:

«We are such stuff as dreams are made on, and our little life is rounded with a sleep», «Noi siamo della stessa sostanza di cui sono fatti i sogni e la nostra breve vita è circondata dal sonno» (William Shakepeare, La tempesta, atto IV, scena I).

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