La Venere di Willendorf è così chiamata perché ritrovata nella località di Willendorf in Austria nel 1908, lungo la riva sinistra del Danubio. È la più famosa statuetta femminile della Preistoria.
Le prime manifestazioni artistiche sono dipinti rupestri e sculture di figure femminili che accentuano le caratteristiche fisiche legate alla fertilità.
Sono le cosiddette «Veneri» preistoriche, scolpite in pietra, in osso o in avorio. Esse raffigurano donne dai tratti sessuali molto accentuati: seni enormi, ventre e glutei più che abbondanti.
Ci parlano di una civiltà che aveva riconosciuto nella fecondità e nella fertilità – della specie e della natura – un requisito essenziale per la propria sopravvivenza.
In queste statuette, che possono misurare da due-tre a 15 centimetri, molto spesso si ritrovano gambe o testa allungate, forse perché la «Venere» veniva conficcata tra le rocce della caverna o nei campi, secondo usanze rituali.
Venere di Willendorf – descrizione
La testa della Venere di Willendorf è sferica e il volto appare coperto da una capigliatura che alcuni identificano come un copricapo di conchiglie (come quelli ritrovati su alcuni reperti umani di età paleolitica), ma che pure potrebbe rievocare i capelli ricci e crespi del tipo “africano”.
Le braccia sono appena accennate e le mani si appoggiano sul seno.
Per le sue rotondità pronunciate e sapientemente scolpite a tutto tondo, la Venere di Willendorf è considerata simbolo di fertilità.