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La Vergine delle rocce di Leonardo da Vinci

La Vergine delle Rocce di Leonardo da Vinci rappresenta l’incontro tra Gesù e San Giovannino in un’umida grotta. L’opera è giunta a noi in due versioni: una è conservata a Parigi, l’altra a Londra. Qui di seguito riportiamo l’analisi delle due versioni e il confronto.

La Vergine delle Rocce – perché Leonardo realizza due versioni

Il 25 aprile del 1483 i membri della Confraternita dell’Immacolata Concezione commissionano a Leonardo da Vinci il dipinto La Vergine delle rocce per la loro cappella in San Francesco Grande a Milano (una chiesa non più esistente).

Questo impegno ha tuttavia una storia travagliata e Leonardo arriverà a eseguire due dipinti, di medesimo soggetto, differenziati solo per alcune varianti oltre che per una diversa tenuta qualitativa.

La prima versione de “La Vergine delle rocce”, oggi al Louvre, pare sia stata terminata attorno al 1486. Ma poiché il contratto precisava minuziosamente le caratteristiche che il dipinto avrebbe dovuto avere e Leonardo non le prese in considerazione, la tavola forse venne ceduta da Leonardo stesso al re di Francia e per i frati avrebbe pertanto realizzato la seconda versione, ora a Londra, e sarebbe stata consegnata solo nel 1508, estinguendo ogni contrasto con i primi committenti.

Nel corso di questo percorso Leonardo dovette venire incontro anche ad altre loro richieste, semplificando l’originale iconografia del dipinto.

Il soggetto nei due dipinti è lo stesso: Leonardo dipinse il momento dell’incontro nel deserto del Sinai tra Gesù Bambino e Giovanni Battista, anch’egli fanciullino, alla presenza della Vergine e di un angelo. Le figure sono ambientate in un paesaggio roccioso (che ha dato il nome al dipinto), sulla soglia di una grotta in penombra.

Confronto tra la prima e la seconda versione de La Vergine delle Rocce

Nella tavola parigina Gesù Bambino e il Battista fanciullo sono nudi, entrambi privi di aureole e della piccola croce (per il Battista). Inoltre, in modo singolare, l’angelo attira l’attenzione di colui che guarda sul san Giovannino, indicandolo con il dito puntato verso l’altro lato della pala.

Nell’opera ora a Londra sparisce proprio questo gesto. I nudi non sono più integrali e compaiono le aureole (sebbene potrebbe trattarsi di aggiunte posteriori). Il costume dell’angelo è diverso e molto meno pittorico. La fattura delle teste è più grezza, in particolare quella di Gesù. Le rocce sono come raschiate; umidità e atmosfera sono quasi dissolte. La mirabile “naturalezza” degli atteggiamenti reciproci si incrina in sfumature un po’ leziose.

 

 

 

 

 

 

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