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La violenza sulle donne quali e quante forme assume

La violenza sulle donne designa la sopraffazione dell’uomo sulla donna, considerata un oggetto privo di dignità e diritti, e di cui si crede di avere la proprietà. Ha radici storiche e culturali lontane.

Ancora oggi circa un terzo delle donne di tutto il mondo è vittima di violenza, fisica o sessuale, nell’ambito della famiglia o al di fuori di questa.

La maggior parte degli atti di violenza avviene tra le mura domestiche, soprattutto da parte del partner, senza distinzione di età, ceto sociale ed economico, etnia.

Tra le donne abusate e maltrattate solo una minima parte denuncia il colpevole. Questo avviene per diverse ragioni: per il  senso di confusione e smarrimento per la violenza ricevuta; per la vergogna di fronte alla famiglia e alla comunità; per la paura di subire ritorsioni o vendette. Non solo: le donne che denunciano, spesso non ottengono misure di protezione efficaci, non sono credute nelle aule dei  tribunali.

Il femminicidio e le altre forme di violenza sulle donne

A volte la violenza sulle donne sfocia nel femminicidio, cioè l’uccisione di una donna da parte di un uomo.

La violenza contro le donne include anche i casi di violenza psicologica e di stalking (atti persecutori), di molestie sul luogo del lavoro, la “tratta delle schiave” finalizzata allo sfruttamento della prostituzione, il matrimonio forzato, l’aborto forzato e la sterilizzazione forzata.

Altre forme brutali di violenza prendono di mira il corpo delle donne in modo diverso. La pratica delle mutilazioni dei genitali femminili riguarda milioni di donne e bambine. Questa barbara usanza è praticata in circa 30 Paesi, soprattutto in Africa e in Medio Oriente.

In alcuni Paesi musulmani vige ancora l’antica usanza del delitto d’onore, che consente di uccidere le donne che abbiano «macchiato la reputazione» del marito, della famiglia o della comunità, per esempio perché hanno compiuto adulterio o sono state violentate. Le donne sono così giustiziate con i metodi più crudeli.

Negli ultimi decenni, la società e le istituzioni hanno compiuto enormi progressi nella lotta alla violenza sulle donne.

Negli anni Settanta l’ONU ha redatto la Convenzione sull’eliminazione di ogni forma di discriminazione della donna (CEDAW). Nel 2011 il Consiglio d’Europa ha approvato la Convenzione di Istanbul, che afferma che la violenza sulle donne è una violazione dei diritti umani e una forma di discriminazione. La Convenzione prevede anche la protezione dei bambini testimoni di violenza domestica e richiede, tra le altre cose, la penalizzazione  delle mutilazioni genitali femminili.

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