Il gruppo scultoreo Laocoonte è riportato alla luce il 14 gennaio 1506 durante degli scavi sul colle Esquilino, a Roma. L’area era anticamente occupata dalla Domus Aurea dell’imperatore Nerone. Ad assistere agli scavi c’era, tra gli altri, Michelangelo Buonarroti.
Laocoonte Musei vaticani
Subito dopo il suo ritrovamento, il gruppo del Laocoonte fu acquistato da papa Giulio II e posto nel giardino del Palazzetto del Belvedere, presso il Museo Pio-Clementino dei Musei Vaticani. Attualmente si trova nei Musei Vaticani.
Il Laocoonte storia
Plinio il Vecchio, che nella sua Naturalis Historia ha tramandato preziose notizie di opere che ha effettivamente visto o di cui ha sentito parlare, cita in un passo (Naturalis Historia, XXXVI, 37) il gruppo allora posto nel Palazzo di Tito e riporta il nome di tre eccellenti scultori di Rodi, autori dell’opera: Agesandro, Polidoro e Atanadoro. Essi rielaborarono nel tardo I secolo a.C. un formidabile originario pergameno in bronzo (II secolo a.C.), oggi perduto, ispirato all’Alcioneo dell’Altare di Zeus di Pergamo.
Laocoonte scultura: descrizione e stile
Il gruppo scultoreo Laocoonte esprime una forte tensione drammatica, secondo lo stile tipico dell’Ellenismo.
Chi era Laocoonte?
Il gruppo scultoreo raffigura il famoso episodio della guerra di Troia narrato nel II libro dell’Eneide di Virgilio. Laocoonte, sacerdote di Nettuno (secondo altre fonti di Apollo), e i suoi figli sono stritolati e uccisi da serpenti marini mandati dalla dea Atena, protettrice dei Greci. Il sacerdote si rifiutava di far entrare entro le mura della città di Troia il grande cavallo in legno donato dai Greci, il cavallo di Troia, che si rivelò infatti un pericoloso tranello ai danni dei Troiani.
Laocoonte statua che mostra un dramma
Laocoonte, stritolato con i due figli da due mostruosi serpenti marini usciti dal mare, è raffigurato al centro della composizione, ancora seduto sull’altare.
Il suo corpo muscoloso disegna una grande diagonale che, iniziando con la possente gamba sinistra tesa, continua con il torso dei muscoli rigonfi.
Il braccio destro si protende e all’altezza del gomito bruscamente piega all’indietro, seguendo il movimento della testa.
Le grosse ciocche di capelli dai profondi chiaroscuri avvolgono il volto contratto; lo sguardo è rivolto verso l’alto e la bocca aperta in una disperata smorfia di dolore.
Ai lati i figli. Essi sono avvolti dalle spire dei serpenti e rivolgono lo sguardo atterrito verso il padre che non può aiutarli. Il loro movimento conferisce unità a tutto il gruppo.
La tensione drammatica raggiunge il massimo nel volto di Laocoonte che esprime la disperazione di un padre che vede morire con sé i propri figli.