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L’assenzio di Degas, descrizione e analisi

L’assenzio di Edgar Degas, 1876, olio su tela, Parigi, Museo d’Orsay. L’opera è conosciuta anche come I bevitori di assenzio.

Assenzio di Degas descrizione

Il locale dove si svolge la scena dipinta è la Nouvelle Athènes in Place Pigalle, nuovo ritrovo degli impressionisti dopo il caffè Guerbois.

Il personaggio maschile, il bevitore di assenzio, è interpretato dal pittore e incisore Marcellin Desboutin. Davanti a sé ha un bicchiere di mazagran, un rimedio contro i postumi dell’ubriachezza.

La modella per la fanciulla che impersona la bevitrice di assenzio è la nota attrice Ellen Andrée, con il tipico bicchiere d’assenzio davanti a sé.

In primo piano una scatola di fiammiferi e un giornale, sempre a disposizione dei clienti.

L’atmosfera richiama i temi sociali dei romanzi di Emile Zola, in particolare L’ammazzatoio.

Perché Degas dipinse l’Assenzio?

Per Degas l’arte doveva mostrare la realtà e la verità.

Il liquore di assenzio era demonizzato in quegli anni perché considerato responsabile della diffusione dell’alcolismo fra le classi popolari.

Il liquore di assenzio era infatti una bevanda popolare tra la classe operaia parigina di fine secolo. Si trattava di una mistura di anice e menta, con l’aggiunta di estratto della pianta dalle note proprietà tossiche, evidenziate dallo sguardo vuoto e attonito della donna.

Assenzio di Degas analisi

Edgar Degas era anche un fotografo. La fotografia gli consentiva di cogliere i dettagli della realtà e di studiare composizioni originali. L’artista teneva nel suo studio foto di modiste, lavandaie, stiratrici, che impiegava poi per dipingere i suoi quadri.

Osserviamo in che modo il pittore Edgar Degas ha utilizzato il taglio fotografico nel quadro L’assenzio (1876).

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I tre tavoli compongono una sequenza di due diagonali perpendicolari. Tutti definiscono una direzione prospettica esterna al quadro; quello in primo piano è appena accennato, eppure sembra che la sua superficie sia dominante, in quanto invade virtualmente lo spazio che noi, da osservatori, occupiamo.

La posizione e lo sguardo dell’uomo ci portano verso un punto esterno al quadro, dilatandolo percettivamente.

La donna è posta al centro; eppure, la dissimetria della composizione la fa apparire spostata verso destra.

Certamente, Degas ha studiato preventivamente la composizione dell’opera mediante la fotografia.

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