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Le caratteristiche del linguaggio epico

L’Iliade, l’Odissea e l’Eneide sono poemi epici scritti in versi. L’Iliade e l’Odissea sono scritti in greco, l’Eneide in latino. Il linguaggio epico utilizzato presenta uno stile particolare che ha lo scopo di mantenere viva l’attenzione dell’ascoltatore, aiutandolo a immaginare con immediatezza le scene raccontate e coinvolgendolo emotivamente nelle vicende degli eroi. Queste le caratteristiche del linguaggio epico:

  • Epiteti. Aggettivi ed espressioni «fissi», ripetuti con frequenza, sempre riferiti a determinati personaggi o oggetti, animali, elementi naturali. Ad esempio: Achille «piede rapido» o «piè veloce»; Ulisse «accorto» o «ingegnoso»; Ettore «elmo abbagliante» o «massacratore»; Andromaca «braccio bianco»; Troiane «riccioli belli»; asta «ombra lunga».

 

  • Formule fisse e ricorrenti nella narrazione, per descrivere eventi di uno stesso tipo, come per esempio la morte di un eroe: «la vita volò via dalle membra e scese nell’ade…».

 

  • Patronimici. Spesso i nomi dei personaggi sono accompagnati dal nome del padre trasformato in aggettivo col suffisso -ide. Ad esempio: Achille Pelìde (figlio di Peleo); Agamennone Atrìde (figlio di Atreo).

 

  • Similitudini. Paragoni che servono a rappresentare in modo più efficace e suggestivo azioni, situazioni e personaggi. Ad esempio «si slanciò pure il Pelìde [patronimico], fidando nei piedi veloci: come il nibbio sui monti, ch’è tra gli uccelli il più rapido, facilmente insegue una tremante colomba, e quella gli fugge di sotto, ma il nibbio stridendole addosso vola fitto, il cuore lo sprona a ghermirla; così Achille volava, furioso: tremò Ettore…».

 

  • Metafore. Si ha una metafora quando si parla di un oggetto nominandone un altro che ha in comune con il primo la caratteristica che si vuole evidenziare. È una tecnica più immediata del paragone: la parola «come» viene eliminata, la persona o la cosa diventano l’altra persona o l’altra cosa (sei un fulmine significa «sei veloce come un fulmine»).

 

  • Personificazioni. Si hanno personificazioni quando si attribuisce a una cosa inanimata o astratta un’azione o una qualità che sono proprie di un essere vivente («il sole si sveglia»; «tacita luna»).

 

  • Descrizioni particolareggiate. I paesaggi e alcune scene vengono descritti con una grande ricchezza di particolari, in modo che gli ascoltatori possano facilmente rappresentarseli nella mente.

 

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