Le Confessioni di sant’Agostino (in latino Confessiones) è un’opera autobiografica in 13 libri di Agostino d’Ippona, padre della Chiesa, scritta tra il 397 e il 401 circa.
Per un approfondimento leggi Agostino d’Ippona vita e pensiero riassunto.
Di cosa parla Agostino nelle Confessioni?
Nelle Confessioni Agostino racconta in prima persona la sua vita e, in particolare, la storia della sua conversione al Cristianesimo, integrando la narrazione autobiografica con profonde osservazioni di tipo filosofico e teologico.
Particolarmente acute sono le analisi psicologiche attraverso le quali vengono illuminati i moti più segreti di un’anima in bilico tra il fascino del peccato e la tensione verso Dio. Proprio nelle profondità più intime del nostro cuore si nasconde, secondo Agostino, la luce della divinità, così che l’itinerario dell’anima verso Dio corrisponde a un “viaggio” interiore verso il centro di noi stessi.
Il lungo processo della conversione viene quindi presentato come una faticosa ma esemplare esperienza esistenziale, nella quale ciò che conta sono il sentimento e la volontà, sorretti dall’aiuto divino.
Perché Agostino chiama la sua opera Confessioni?
Il titolo non allude tanto alla «confessione» nel senso che le diamo noi (anche se Agostino dichiara pubblicamente tanti suoi peccati e se ne accusa per chiedere perdono a Dio), ma piuttosto al ringraziamento reso a Dio per avergli indicato la strada attraverso il peccato e, insieme, la lode che Agostino rivolge a Dio.
Le Confessioni di Agostino riassunto dei libri
L’opera inizia con una Invocatio Dei (Invocazione di Dio). Poi (capitoli 1-9), l’autore incomincia con la narrazione, interrotta di frequente da ampie e profonde riflessioni, della sua infanzia vissuta a Tagaste (in Africa settentrionale), degli anni dei suoi studi, e poi della professione di retore nella città di Cartagine.
Durante questo periodo Agostino vive una vita dissoluta e corrotta, fino a quando a 19 anni la lettura dell’Hortensius di Cicerone (opera andata perduta) lo indirizza sulla via della filosofia che lo porta all’adesione al Manicheismo.
Il suo lavoro lo porta quindi a Roma e poi a Milano, dove avviene la sua conversione al Cristianesimo e viene battezzato (387) dall’allora vescovo di Milano, Sant’Ambrogio.
La narrazione autobiografica si conclude con il ritorno in Africa (dove si dedica alla vita monastica) e la nomina a vescovo di Ippona (oggi Bona, in Algeria), carica che ricopre a partire dal 395.
La concezione del tempo nelle Confessioni di Sant’Agostino
Negli ultimi 4 capitoli l’autore rivolge la sua attenzione ad una serie di considerazioni e riflessioni filosofiche. Tra esse, particolarmente interessante è quella sulla relatività del tempo, che occupa il Libro XI (libro undicesimo).
Il tempo per Agostino d’Ipppona non è una categoria assoluta, ma esiste solo in rapporto ai singoli soggetti che di questa categoria si servono: il passato, in quanto tale, non è più; il futuro non è ancora; il presente, attimo dopo attimo, diventa passato. Tali considerazioni si concludono con l’affermazione che esistono tre tempi: il presente del passato (la memoria); il presente del presente (l’intuizione); e il presente del futuro (l’attesa).
Nei due ultimi libri (Libri XII e XIII) Agostino rifletta e commenta sui versetti della Genesi, il primo libro della Bibbia.