Egloghe di Dante, due componimenti in esametri latini, scritti da Dante Alighieri tra il 1319 e il 1320 a Ravenna, mentre era ospite di Guido Novello da Polenta. La prima pubblicazione risale al 1719, a Firenze.
Nelle Egloghe Dante rinnova la finzione della bucolica virgiliana.
Prima egloga
Il maestro bolognese Giovanni del Virgilio aveva esortato Dante a lasciare il volgare e a cantare in latino i grandi fatti contemporanei.
Dante risponde con la prima egloga e dichiara che dalla pubblicazione del suo poema volgare (la Divina Commedia) egli si ripromette la gloria e il privilegio di cingere l’alloro sulle rive dell’Arno.
Seconda egloga
Nella seconda egloga, replicando all’invito di recarsi a Bologna rivoltogli in un’altra egloga dal suo ammiratore, affettuosamente Dante rifiuta dicendo che soprattutto teme Polifemo, figurazione velata del furore guelfo, scoppiato violento in Bologna nell’estate del 1321.