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Le guerre d’Italia (1494-1559): riassunto

Le guerre d’Italia comprendono quel periodo della storia italiana che va dalla discesa in Italia del re francese Carlo VIII (1494) alla pace di Cateau-Cambrésis (1559), che sancì il predominio spagnolo su gran parte della penisola.

Questo lungo periodo (1494-1559) segna una fase tormentata della storia italiana, segnata dalla decadenza politica ed economica, in cui gran parte della penisola perde la propria indipendenza (che riacquisterà soltanto nell’Ottocento, con il Risorgimento).

Le guerre d’Italia: la discesa di Carlo VIII

Nel 1492 era morto Lorenzo de’ Medici; la sua morte pose fine alla politica dell’equilibrio. Essa da quarant’anni manteneva la pace tra le Signorie italiane e, al tempo stesso, impediva l’unificazione della penisola dal momento che era basata su un principio ferreo: ogni Stato si impegnava a non espandersi; se qualcuno lo avesse fatto, tutti gli altri sarebbero intervenuti in difesa del territorio aggredito per ristabilire le condizioni precedenti. Morto Lorenzo, però, questa politica degenerò in maniera precipitosa.

In quello stesso anno, infatti, Ludovico il Moro usurpò la Signoria di Milano togliendola al nipote, genero del re di Napoli. Temendo che quest’ultimo intervenisse a favore dell’erede legittimo, propose al re di Francia, Carlo VIII di Valois, di scacciare gli Aragona da Napoli e di riprendersi il trono che un tempo era appartenuto ai suoi cugini d’Angiò. Per convincerlo, gli garantì il passaggio attraverso tutte le città della penisola. Le altre Signorie confermarono, ben contente di infliggere un colpo agli Aragonesi che stavano diventando troppo ricchi e potenti.

Ma appena Carlo VIII si insediò sul trono di Napoli, tutte le Signorie gli rivoltarono contro. L’alleanza, proposta da Venezia, incontrò il favore del papa Alessandro VI, di Ludovico il Moro (signore di Milano), di Firenze, dell’imperatore Massimiliano d’Austria e del re di Spagna Ferdinando il Cattolico. La coalizione si scontrò con i Francesi a Fornovo sul Taro (1495), presso la città di Parma. Carlo VIII, seppur non sconfitto, fu costretto a riparare in Francia, dove morì nel 1498.

Le guerre d’Italia: la discesa di Luigi XII

A Carlo VIII successe il cugino Luigi XII (1498-1514), che riprese la politica espansionistica francese nella penisola.

Luigi XII era imparentato con la dinastia dei Visconti, che Ludovico il Moro aveva spodestato dal Ducato di Milano. Decise quindi di rivendicare il possesso della Lombardia; ma prima di scendere in Italia preparò bene il terreno: a Venezia concesse Cremona e i territori vicini; agli Svizzeri la Contea di Bellinzona (corrispondente al Canton Ticino); a Cesare Borgia la Romagna. In tal modo fu facile per Luigi XII sconfiggere Ludovico il Moro (nel 1500), catturarlo e spedirlo in Francia (dove sarebbe morto nel 1508).

Il prossimo obiettivo per il re di Francia fu la conquista del Regno di Napoli. Nel 1500 stipulò con il re di Spagna Ferdinando il Cattolico, il Trattato di Granada. Esso prevedeva la spartizione del Regno di Napoli: alla Francia sarebbero toccate la Campania e l’Abruzzo; alla Spagna, la Calabria e la Puglia.

Venuto a conoscenza dell’accordo ai suoi danni, il re di Napoli Federico III (1496-1501) abdicò a favore del re di Francia, ottenendo in cambio il Ducato di Angiò.

Questa mossa fece saltare l’intesa tra Francia e Spagna, che entrarono in guerra. La Francia, sconfitta dalle truppe spagnole, fu costretta a sottoscrivere l’armistizio di Lione (1504). L’armistizio di Lione sanzionò la divisione dell’Italia in due zone d’influenza: francese al nord, spagnola al sud.

Le guerre d’Italia: la Lega di Cambrai contro Venezia

Venezia restava l’unica ad esercitare una funzione di potenza economica e militare. Si costituì allora una lega antiveneziana, la lega di Cambrai (1508). La lega di Cambrai comprendeva: papa Giulio II (ne era promotore); il re di Francia Luigi XII; l’imperatore Massimiliano d’Asburgo; il re di Spagna Ferdinando il Cattolico. Venezia subì una durissima sconfitta nella battaglia di Agnadello (1509); perse gran parte della terraferma e i porti che possedeva in Romagna, nel Polesine e in Puglia.

Le guerre in Italia: la Lega Santa contro la Francia

Il papa Giulio II, spaventato dall’idea che il crollo di Venezia rofforzasse troppo la presenza straniera in Italia, istituì una nuova alleanza, la Lega Santa (1511), appoggiata da Spagna, Inghilterra, Venezia e Svizzera, per ridimensionare il potere francese.

Gli eserciti si scontrarono nella battaglia di Ravenna (11 aprile 1512). L’esito della battaglia fu favorevole ai Francesi, ma la morte del generale Gastone di Foix non consentì loro di approfittare del successo. La Francia, infatti, fu costretta a rinunciare a Milano e il ducato venne consegnato al figlio di Ludovico il Moro, Massimiliano Sforza; la Repubblica di Firenze, alleata dei Francesi, fu abbattuta dagli Spagnoli, che ripristinarono la signoria dei Medici.

Francia e Spagna in lotta per la conquista e il dominio della penisola italiana

Nel 1515 moriva Luigi XII; il nuovo re Francesco I pose come obiettivo la riconquista di Milano difesa dagli Svizzeri. Lo scontro, vittorioso per i Francesi, avvenne nella Battaglia di Marignano (1515); il Trattato di Noyon (1516) ristabilì la pace: alla Spagna venne attribuito il Regno di Napoli e di Sicilia e ai Francesi il Ducato di Milano.

Questo accordo entrò in crisi allorché Carlo V d’Asburgo nel 1519 venne eletto imperatore in seguito alla morte del nonno paterno Massimiliano I d’Asburgo. Tra il 1521 e il 1559 una serie di guerre contrapposero Francia e Spagna per la conquista dell’Italia.

La guerra in Italia tra Carlo V e Francesco I

Nel 1521 Carlo V scese in Italia per riconquistare Milano: sconfisse i Francesi a Pavia (1525) e prese il re Francesco I come ostaggio. Il re francese fu deportato in Spagna e costretto a firmare il Trattato di Madrid (1526) con il quale, in cambio della libertà, si impegnò a concedere a Carlo V Milano e la Borgogna.

Tuttavia, una volta liberato, Francesco I non rispettò gli accordi; disse che il Trattato di Madrid gli era stato estorto. Diede quindi vita a un’alleanza antiasburgica, la Lega di Cognac (1526), cui aderirono l’Inghilterra di Enrico VIII, il papa Clemente VII (della famiglia Medici), Firenze, Milano e Venezia.

L’imperatore con il suo esercito giunse sino a Roma e la saccheggiò (per un approfondimento leggi I Lanzichenecchi e il Sacco di Roma 1527).

Inrtanto cresceva la protesta per la sorte del papa, che si era dovuto rifugiare in Castel Sant’Angelo, praticamente ostaggio delle forze imperiali. Si giunse così al Trattato di Barcellona (1529). Con questo trattato Carlo V:

  • s’impegnò a far restituire al papa tutte le terre che gli erano state sottratte;
  • s’impegnò a far ripristinare in Firenze il governo dei Medici;
  • ottenne in cambio il riconoscimento dei suoi possessi d’Italia e l’incoronazione imperiale dalle mani del papa (1530), che avrebbe consacrato definitivamente il suo ruolo e il suo prestigio.

Nello stesso anno (1529) Carlo V e Francesco I firmarono la pace di Cambrai: l’imperatore rinunciava alle pretese sulla Borgogna, mentre il re di Francia gli riconosceva il possesso di Milano, a capo del quale restò Francesco II Sforza, con la condizione che alla sua morte sarebbe stato annesso agli Spagnoli.

La ripresa della guerra e la definitiva rinuncia francese ai territori italiani

Nel 1535 morì Francesco II Sforza e Milano passò agli Spagnoli. Si riaccese la lotta con la Francia, che ne uscì sconfitta anche per l’intervento, a fianco dell’imperatore, del re d’Inghilterra Enrico VIII.

Il re di Francia riuscì comunque a firmare una pace favorevole a Crépy nel 1544: Milano alla Spagna, Savoia e parte del Piemonte alla Francia.

Nel 1547 il re di Francia Francesco I morì. Il suo successore Enrico II riprese la guerra contro Carlo V. La guerra fu sospesa nel 1556, allorché Carlo V abdicò, affidando la corona d’Austria al fratello Ferdinando I e la corona di Spagna con tutti i suoi domini al figlio Filippo II.

La guerra riprese nel 1557 tra il re di Francia Enrico II e il re di Spagna Filippo II. La battaglia di San Quintino (1557) condotta da Filippo II di Spagna vide la definitiva sconfitta dei Francesi sanzionata dalla pace di Cateau-Cambrésis (1559), con la quale la Francia rinunciò a ogni pretesa sui territori italiani e sancì il dominio spagnolo in Italia.

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