Leonardo Fibonacci (1170-1240 circa) è il matematico pisano a cui si deve l’introduzione in Europa del sistema numerico posizionale, basato su dieci segni, cioè le cifre, da 0 a 9.
Il sistema numerico è detto posizionale perché il valore di ogni cifra dipende dalla posizione che occupa nella scrittura del numero. Infatti la prima cifra a destra rappresenta le unità, poi man mano che ci si sposta verso sinistra si incontrano i successivi ordini: decine, centinaia, ecc. Ad esempio il numero 3578 è rappresentato da 8 unità, 7 decine, 5 centinaia, 3 migliaia. Il sistema numerico posizionale andò progressivamente a sostituire quello fondato sui numeri romani.
Nel suo trattato Liber Abaci, il Libro dell’Abaco (1202), testo fondamentale nella storia dell’aritmetica e dell’algebra, Fibonacci adottò per la prima volta il nuovo sistema di scrittura e coniò il termine italiano “zero”. Leonardo Fibonacci, che aveva trascorso diversi anni a contatto con mercanti islamici, aveva notato che i matematici arabi erano soliti indicare il concetto di zero con un puntino o un circoletto, che chiamavano sifr, cioè “vuoto”, “nulla”, e da cui derivò anche la parola italiana “cifra”.
Per tradurre quella parola Fibonacci usò il termine zephyrum (figura della mitologia greca che personifica il vento di ponente), in seguito abbreviato e trasformato nell’italiano “zero”. Intorno al XIII secolo (tredicesimo secolo) il nuovo sistema penetrò in Europa, permettendo di impostare e risolvere agevolmente qualsiasi operazione matematica e di trattare il computo di cifre anche molto grandi.