Les demoiselles d’Avignon Picasso, olio su tela, 244×233 cm, 1907, New York, Museum of Modern Art.
Sebbene sia Guernica l’opera con cui Pablo Picasso (1881-1973) è maggiormente identificato, il celebre dipinto Les demoiselles d’Avignon è fondamentale, perché segna il superamento di tutte le regole tradizionali. L’opera rappresenta di sicuro il capolavoro assoluto di Pablo Picasso.
Les demoiselles d’Avignon – storia dell’opera
Picasso inizia a lavorare a Les demoiselles d’Avignon nel 1906, completandolo solo l’anno successivo, dopo un lungo periodo di studio.
Secondo il progetto originario l’opera doveva raffigurare cinque donne e due uomini (un marinaio e uno studente-medico) all’interno di un bordello che si trovava in calle Avignon, a Barcellona; con loro: nature morte di fiori, frutta e tendaggi.
Poi, gli uomini e la frutta sono eliminati; le tinte diventano più violente; le figure si avvicinano sempre più allo stile di Paul Cézanne e all’arte africana.
La prospettiva è stravolta, ma la scomposizione delle forme non è ancora applicata fino in fondo; per questo alcuni critici parlano di pre-cubismo (per un approfondimento leggi Il Cubismo e le sue fasi: riassunto clicca qui).
Les demoiselles d’Avignon rimane per anni nello studio di Picasso; è mostrato solo agli amici colleghi e intenditori. La loro accoglienza carica di dubbio dissuade infatti Picasso dal mandare in giro l’opera o cercare per essa una più ampia notorietà.
Nel 1924 Jacques Doucet, celebre collezionista parigino, acquista l’opera direttamente dall’artista; nel 1925 appare riprodotta su una rivista d’avanguardia.
L’opera è presentata al pubblico per la prima volta nel 1937; nello stesso anno entra con clamore nella collezione del Museum of Modern Art di New York.
Les demoiselles d’Avignon Analisi e descrizione
Les demoiselles d’Avignon raffigura quattro nudi femminili in piedi, di fronte o di profilo, e un nudo femminile seduto di spalle.
Le due centrali sono quelle originali; le altre furono cambiate dopo che Picasso ebbe visto le sculture africane esposte nel museo etnografico di Parigi. Nella parte destra della tela egli ha sostituito perfino i volti delle donne con maschere indigene (come la donna a destra, le cui striature colorate ricordano quelle rituali dell’arte “primitiva”).
In basso, in primo piano, notate lo splendido particolare della frutta disposta in una “natura morta”.
Colori dominanti per i corpi sono i rosa, dal carnicino al rosa acceso; per il fondo, il bianco e vari toni di azzurro. Forte la presenza dei rossi.
Le figure non sono rappresentate con il linguaggio pittorico tradizionale, rispetto al quale sono variamente deformate e in disarmonia. Le figure sono infatti definite da forme spigolose e taglienti che si incastrano tra di loro. Il risultato sono immagini scomposte, in pose assolutamente innaturali.