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Lex Oppia: cosa stabiliva

La lex Oppia (legge Oppia) fu promulgata nel 215 a.C. durante la seconda guerra punica; intendeva limitare il lusso delle donne romane e fu promossa dal tribuno della plebe Gaio Oppio.

Secondo questa legge le donne romane non potevano possedere più di mezza oncia d’oro, né indossare abiti dai colori troppo vivaci, né salire su una carrozza trainata da due cavalli, se non in occasione di cerimonie pubbliche.

La lex Oppia era stata approvata in un momento di difficoltà finanziarie, a causa della disfatta di Canne e della conseguente riorganizzazione dell’esercito romano. Allo Stato romano occorrevano fondi per combattere.

In seguito, con la conquista della Grecia, con il riordino delle finanze di Roma, con la diffusione di un modo di vita raffinato e risorse economiche per superare il regime di “austerità”, i tribuni della plebe Marco Fundanio e Lucio Valerio proposero l’abrogazione della legge Oppia. Ma a questa abrogazione si opposero Marco e Publio Giunio Bruto, che, insieme a Marco Porcio Catone, la difendevano.

Le matrone romane allora intervennero a favore dell’abrogazione di tale legge, ribellandosi anche ai loro mariti: si radunarono in gran numero nel Foro, rivendicando il loro diritto al lusso ora che la crisi e il pericolo erano finiti. Le donne romane l’ebbero vinta: la legge fu abolita nel 195 a.C.

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