Libera Chiesa in libero Stato: è la frase pronunciata da Cavour il 27 marzo 1861 durante il discorso sulla questione di Roma capitale alla Camera dei deputati.
Perché Cavour pronunciò la frase Libera Chiesa in libero Stato?
Com’è noto, dopo l’Unità d’Italia si era posto il problema dell’annessione dei territori dello Stato Pontificio.
I rapporti tra la Chiesa e il neonato Stato italiano erano molto tesi; a nulla valsero i tentativi di Cavour di trovare una soluzione conciliativa ispirata al principio “Libera Chiesa in libero Stato”.
Cosa significa l’affermazione di Cavour?
Con “Libera Chiesa in libero Stato” Camillo Benso conte di Cavour, uomo politico del Risorgimento italiano e uno dei principali fautori dell’Unità nazionale, voleva dire che la Chiesa non doveva influire sulla politica, mentre lo Stato non doveva interferire con le scelte spirituali della Chiesa, ad esempio il diritto del re a nominare i vescovi o imponendo loro il giuramento di fedeltà al sovrano.
Cosa accadde dopo?
Papa Pio IX non accettava le idee di Cavour, soprattutto perché riteneva di poter contare sul sostegno, anche militare, del governo francese.
Dopo l’annessione di Roma e dello Stato pontificio al Regno d’Italia nel 1870, a seguito della Breccia di Porta Pia, i rapporti tra Stato e Chiesa s’incrinarono, dando luogo alla cosiddetta questione romana, definita dallo Stato nel 1871 con la Legge delle guarentigie.
Legge delle guarentigie
La legge delle guarentigie pur riconoscendo al papa, alla Chiesa e al clero numerosi privilegi, riservava allo Stato il diritto di esprimere o negare il gradimento su determinati atti della Santa Sede.
Papa Pio IX reagì, nel 1874, con il Non expedit: ai cattolici italiani era vietata la partecipazione alla vita politica del Paese.
Nei decenni seguenti i papi si rifiutarono di riconoscere questa legge, e i rapporti fra Stato italiano e Chiesa cattolica rimasero conflittuali.
Patti Lateranensi
Solo nel 1929 si arrivò a una riconciliazione, con la firma dei Patti Lateranensi (11 febbraio 1929) da parte della Santa Sede e del governo fascista. Nel concordato si affermava che “la religione cattolica apostolica e romana è la sola religione dello Stato”. E con ciò il fascismo faceva dell’Italia uno Stato confessionale e non laico come auspicato da Cavour.
Il Concordato del 1984
Solo nel 1984, con la revisione delle disposizioni concordatarie, fu possibile riaffermare (art.1) che “lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani”.