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Sbarco in Sicilia, 10 luglio 1943

Lo sbarco in Sicilia del 10 luglio 1943, durante la Seconda guerra mondiale, determinò la caduta del Fascismo; la firma dell’armistizio con gli Alleati proclamato l’8 settembre 1943; l’inizio della Resistenza.

Da parte alleata, allo sbarco in Sicilia parteciparono la 7ª armata americana (generale Patton) costituita da 6 divisioni di cui una corazzata e una avioportata e l’8ª armata britannica (generale Montgomery) formata da 6 divisioni di cui una avioportata.

Le forze aeree includevano 4.000 velivoli; quelle navali 280 navi da guerra (di cui 6 da battaglia, 2 portaerei, 5 incrociatori pesanti).

Le forze della difesa comprendevano la 6ª armata italiana (generale A. Guzzoni) costituita da 4 divisioni di fanteria, 6 costiere e gruppi mobili d’intervento, mentre i tedeschi collaboravano con una divisione di fanteria e una corazzata. Le forze aeree erano di 1250 velivoli circa. Le forze alleate erano in netta superiorità e avevano il domino del mare e dell’aria.

Preceduta da sbarchi di paracadutisti, di alianti e di commandos, poco prima dell’alba del 10 luglio prendeva terra la prima ondata dell’8ª armata sulla penisola di Pachino e subito dopo un’altra ondata tra Cassibile e Avola. Quasi alla stessa ora elementi della 7ª armata sbarcavano a Licata, Gela, Scoglitti e Marina di Ragusa. A meno di tre ore dallo sbarco le forze d’invasione avevano costituito numerose teste di sbarco lungo un fronte di 210 km.

Nella giornata del 10 luglio le truppe britanniche occupavano Ragusa, Noto e Siracusa.

L’11 luglio la difesa lanciava una controffensiva; gli Alleati riuscivano però a superare la crisi grazie al costante intervento aereo e navale.

Il 14 luglio l’8ª armata, appoggiata da paracadutisti e commandos, irrompeva nella piana di Catania.

Il 16 luglio, dopo un bombardamento navale, truppe della 7ª armata occupavano Agrigento e da qui muovevano verso Palermo e lungo la costa meridionale.

La difesa venne a trovarsi in condizioni sempre più critiche perché ostacolata nei movimenti dall’intervento dell’aviazione, dalla scarsezza di munizioni e ancor più di viveri. Fu allora deciso di abbandonare la parte occidentale dell’isola, per cui la 7ª armata il giorno 22 luglio raggiungeva Palermo.

Il 2 agosto tutta la difesa passava alle dipendenze del XIV corpo d’armata tedesco.

Le truppe alleate, esercitando una continua pressione, il giorno 10 agosto avevano relegato la difesa nell’estremità orientale dell’isola. Lo stesso giorno il comando della 6ª armata italiana lasciava l’isola; l’11 agosto le divisioni italiane iniziavano il traghettamento.

Il 17 agosto le operazioni di evacuazione poterono dirsi concluse. Lo stesso giorno il generale Patton entrò trionfalmente a Messina.

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