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Madri Costituenti: le 21 donne che fecero la Costituzione

Le Madri Costituenti sono le 21 donne elette il 2 giugno 1946, in occasione del Referendum istituzionale che chiedeva agli italiani e alle italiane, appena usciti dalla Seconda guerra mondiale, sia di scegliere se continuare a essere un regno o diventare una repubblica sia di eleggere i componenti dell’Assembela Costituente incaricata di redigere la nuova Costituzione italiana. Era la prima volta che le donne in Italia avevano il diritto di esercitare il voto politico e di essere elette.

Com’era composta l’Assemblea Costituente?

Su 556 deputati eletti, come componenti dell’Assemblea Costituente, le donne erano 21 (1 donna ogni 26 uomini, meno del 4% del totale degli eletti). Di queste 21 Madri costituenti: 9 erano del Partito comunista (Adele Bei, Nadia Gallico Spano, Nilde Iotti, Teresa Mattei, Angiola Minelli, Rita Montagnana, Teresa Noce, Elettra Pollastrini, Maria Maddalena Rossi); 9 della Democrazia Cristiana (Laura Bianchini, Elisabetta Conci, Filomena Delli Castelli, Maria De Unterrichter, Maria Federici, Angela Gotelli, Angela Maria Guidi Cingolani, Maria Nicotra e Vittoria Titomanlio); 2 del Partito socialista (Bianca Bianchi e Lina Merlin) e 1 del Fronte dell’Uomo Qualunque (Ottavia Penna).

L’Assemblea Costituente si riunì in prima seduta il 25 giugno 1946 nel palazzo Montecitorio.

Chi sono le Madri Costituenti?

Molte di loro avevano preso parte alla Resistenza, pagando spesso personalmente e a caro prezzo le loro scelte, come Adele Bei, condannata nel 1934 dal Tribunale speciale a 18 anni di carcere per attività antifascista; Teresa Noce, che dopo aver scontato un anno e mezzo di carcere, perché antifascista, fu deportata in un campo di concentramento nazista in Germania dove rimase fino alla fine della guerra; Rita Montagnana, che aveva passato la maggior parte della sua vita in esilio.

La Costituzione italiana cosa deve alle Madri Costituenti?

Pur appartenendo a schieramenti politici diversi, fecero spesso fronte comune per l’affermazione dell’uguaglianza giuridica fra i sessi, per il superamento dei tanti ostacoli che rendevano difficile la partecipazione delle donne alla vita politica, sociale ed economica del Paese.

In particolare, è alle madri costituenti che si devono: l’articolo 3 (sancisce il principio di uguaglianza tra tutti i cittadini come un diritto fondamentale); gli articoli 29, 30, 31 sulla famiglia; l’articolo 37 (“La donna lavoratrice ha gli stessi diritti e, a parità di lavoro, le stesse retribuzioni che spettano al lavoratore”); l’articolo 48 sull’uguaglianza nella partecipazione politica; l’articolo 51 sull’accesso alle cariche pubbliche e ai pubblici uffici.

Vissero anche delle sconfitte come la bocciatura dell’emendamento proposto da Teresa Mattei, Maria Maddalena Rossi e Maria Federici che proponeva l’accesso delle donne alla Magistratura (bisognerà attendere il 1963).

Le Madri Costituenti e la Commissione 75

Di queste ventuno deputate, cinque fecero parte della cosiddetta Commissione 75, cioè la commissione formata da 75 deputati incaricata di scrivere materialmente il testo della Costituzione per la nascente Repubblica italiana, da sottoporre alla stessa Assemblea una volta terminati i lavori. Esse furono Maria Federici (DC), Nilde Iotti (PCI), Lina Merlin (PSI), Teresa Noce (PCI), Ottavia Penna (Uomo Qualunque): una donna ogni 15 uomini.

Alcune delle Madri Costituenti divennero grandi personaggi, altre rimasero a lungo nelle aule parlamentari, altre ancora, in seguito, tornarono alle loro occupazioni.

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