Maometto II, il grande sultano turco soprannominato Fatih, il Conquistatore, ma anche Bujuk, il Grande, e Hukmar, l’assetato di sangue. Riassunto di Storia.
Maometto II nasce il 29 marzo 1432 ad Adrianopoli (l’odierna Edirne), capitale dell’Impero ottomano. Compiuti tredici anni, suo padre Murad II abdica in suo favore. Ma, troppo giovane e inesperto, è cotretto a richiamare il padre alla guida del Regno.
Impetuoso e combattivo, il giovane Maometto II cresce nella ricchezza sfrenata della corte di Adrianopoli. Torna sul trono ottomano a diciannove anni, dopo la morte di Murad II, nel 1451.
Una volta sul trono, Maometto II desidera continuare le imprese del padre, il quale ha ampliato i confini turchi come non mai prima di allora. Vuole superarne la gloria e immagina un’impresa titanica, che scolpisca il suo nome per sempre nella memoria del mondo. L’occasione arriva.
Costantinopoli, la capitale dell’Impero bizantino, città dalle enormi ricchezze, cantata e celebrata da poeti e cronisti, è rimasta isolata, abbandonata dalle potenze cristiane dell’Europa occidentale. I Turchi l’hanno ormai circondata e controllano quasi tutti gli antichi territori bizantini, conquistati nelle lunghe campagne di guerre seguitesi l’una all’altra tra la fine del 1300 e i primi anni del 1400. La zona intorno alla città, all’inizio del 1453, può considerarsi saldamente in mano ottomana; ma Costantinopoli è ancora bizantina. Maometto II decide di tentare l’ardua impresa di espugnare la città.
I preparativi per espugnare Costantinopoli sono meticolosi. Maometto II chiama infatti a corte i più bravi e conosciuti ingegneri del tempo e affida loro la costruzione di nuove macchine d’assedio, grandi navi e potenti cannoni in grado di abbattere le mura della città. L’attacco finale inizia il 6 aprile 1453.
Il 29 maggio 1453 i Turchi riescono a fiaccare la resistenza bizantina, entrano vincitori nella chiesa di Santa Sofia, la grande basilica eretta dall’imperatore Costantino. I Turchi saccheggiano la città per tre giorni, violentano e uccidono. Per un approfondimento leggi 29 maggio 1453 – La Caduta di Costantinopoli.
La caduta di Costantinopoli genera scompiglio e sdegno nell’Europa del tempo e molti sono quelli che evocano l’avvento della fine del mondo. La capitale del regno ottomano è trasferita a Costantinopoli che, da quel momento, si chiama Istanbul.
Maometto II trasforma Istanbul in un immenso cantiere. Fa infatti edificare moschee, tra le quali una a lui dedicata, e palazzi. È iniziata la costruzione del grande palazzo Topkapi, nel quale è ospitata una biblioteca, un ospizio e un ospedale, ma anche un grande harem, un hammam (complesso termale), un mercato e un cimitero. A Topkapi Maometto II vive fino alla sua morte e dopo di lui quasi tutti i sultani dell’Impero ottomano.
Contrariamente a quanto sostenuto dalla propaganda cristiana dell’Europa occidentale, che demonizzava gli “abominevoli turchi”, Maometto II fu benevolo con i non musulmani che vivevano nei confini dell’impero. Concesse ai cristiani europei e agli ebrei di professare liberamente la propria fede e fece tradurre in arabo i testi sacri del cristianesimo. Persino l’esercito, che per almeno due secoli sarebbe stato considerato come il più potente apparato militare del tempo, era formato tanto da musulmani quanto da cristiani. Maometto II costruì uno Stato multietnico e multireligioso, costituito da una élite amministrativa erede della tradizione bizantina che gareggiò per ottenere i favori del sultano.
Un anno prima della morte di Maometto II , il suo esercito iniziò l’invasione della Penisola italiana. Il sultano voleva completare l’ultima delle sue imprese che, se riuscita, lo avrebbe consacrato come il nuovo signore del mondo occidentale: la conquista di Roma.
E così, nel 1480, la flotta ottomana sbarcò in Puglia con un esercito di 15 mila uomini sotto il comando di Gedik Amhet Pascià. Presa e saccheggiata Otranto (per un approfondimento leggi 14 agosto 1480: i martiri di Otranto), l’esercito turco avrebbe proseguito la sua penetrazione nella penisola se da Costantinopoli non fosse arrivata la notizia dell’aggravarsi delle condizioni di salute del sultano.
Maometto II era infatti molto malato. Il suo fisico era stremato dagli eccessi vissuti nei decenni passati nelle lunghe campagne di guerra, nei mari del Mediterraneo e nei deserti mediorientali. In soli trent’anni di regno (1451-1481), aveva infatti conquistato l’Impero bizantino, preso Atene, il Peloponneso, Trebisonda (nell’attuale Turchia), l’Albania, tutta l’Anatolia orientale, spingendosi fino alle colonie genovesi della Crimea e giungendo sulle coste del Danubio serbo. Era inoltre affaticato dalla dissolutezza della vita di corte. Maometto II, infatti, non rinunciava a nessuno dei piaceri che un uomo tanto potente era in grado di permettersi.
Morì il 3 maggio 1481 all’età di 49 anni. Alcuni dei suoi fidati consiglieri, tra i quali il figlio Bayazid, furono sospettati di averlo avvelenato.
Alla sua morte, accolta in Occidente con un sospiro di sollievo, nell’Impero ottomano esplose la guerra civile tra le fazioni fedeli ai suoi fgli, Cem e lo stesso Bayazid.
La tomba di Maometto II, situata nella moschea Fatih a Istanbul, è ancora oggi luogo di grande venerazione.