Marco Aurelio nacque il 26 aprile del 121 d.C. da nobile famiglia. L’imperatore Antonino Pio nel 138 d.C. stabilì la propria successione adottandolo assieme a Lucio Vero, che allora era un bambino di sette anni.
Quando Antonino Pio morì, nel 161 d.C., i due figli adottivi salirono insieme al trono, dando l’esempio di una rarissima concordia. Questo legame si saldò con il matrimonio di Lucio Vero con Faustina Minore, figlia di Faustina e Marco Aurelio.
Marco Aurelio imperatore romano era un uomo colto, profondo, seguace della filosofia stoica.
La filosofia stoica propugnava un ideale di saggezza basato sulla tranquillità dell’animo, sulla moderazione delle passioni, sul rispetto del proprio dovere. Virtù che Marco Aurelio cercò di mettere in pratica, anche se fu un paradosso che questo uomo mite e tollerante non abbia potuto trascorrere neppure un anno senza combattere.
La continua pressione sui confini del Danubio e dell’Asia costrinse infatti i due imperatori a iniziare un periodo di guerre.
Lucio Vero dovette partire per una lunga guerra contro i Parti, in Mesopotamia (163-166 d.C.); subito dopo, a seguito di invasioni di barbari che si spinsero sino a devastare la Pianura Padana, lo stesso Marco Aurelio dovette partire per combattere sul fronte del Danubio (176 d.C.). Lucio Vero, intanto, era morto (169 d.C.) per ictus o per causa della peste.
Per celebrare le vittorie dell’imperatore Marco Aurelio sul Danubio si decise la costruzione della Colonna di Marco Aurelio, oggi in Piazza Colonna, dinanzi al Palazzo Chigi.
Dalla Mesopotamia, la peste giunse fino a Roma e fece migliaia di vittime. Si aprirono così vuoti preoccupanti tra le file dell’esercito. Nel corso di 19 anni di guerre ininterrotte Marco Aurelio e Lucio Vero dovettero allora ricorrere ad arruolare anche schiavi germanici, e dare fondo alle risorse dello Stato e alle ricchezze personali.
Dall’opera filosofica di Marco Aurelio, A se stesso, emergono l’angoscia, il pessimismo e il senso di inadeguatezza di un uomo che si era trovato a fronteggiare i primi cedimenti dell’immenso Impero.
La morte di Marco Aurelio
Morì di peste il 17 marzo del 180 d.C. nella sua tenda militare a Vindobona (odierna Vienna), durante l’ennesima campagna contro i Quadi. Gli successe il figlio Commodo.
La statua equestre di Marco Aurelio
Il ritratto più celebre dell’imperatore è rappresentato dalla bellissima statua equestre in bronzo dorato del Museo del Palazzo dei Conservatori (Musei Capitolini), a Roma.
L’imperatore è rappresentato a cavallo, con una folta barba, che realmente portava, ma che nella tradizione greca indicava il filosofo.
La statua equestre è imponente (oltre 5 metri di altezza) e solenne; ci mostra l’imperatore non marziale e bellicoso, ma pacifico e pacificatore. Tende la mano non a reggere un’arma, ma in un gesto rassicurante, quasi in atto di clemenza: questa teoria si avvale della testimonianza di alcuni scritti medievali che parlano di un prigioniero barbaro ai piedi della statua, andato perduto.
Marco Aurelio indossa una corta tunica parzialmente coperta dal lungo mantello militare, il paludamentum, che gli cade dalle spalle: un abito semplice, da servitore dello Stato.
Il cavallo è bardato, con un corpo possente. Ha tre zampe saldamente poggianti a terra e la quarta, una delle anteriori, imperiosamente sollevata con decisione e sicurezza per compiere un nuovo passo.
Questo modello era ben noto nell’iconografia imperiale, e statue come questa dovevano essere molto comuni, non solo a Roma.
Non si tratta dell’unica statua equestre giunta a noi dall’antichità. È però l’unica sempre conosciuta, dalla sua realizzazione ai giorni nostri. Ciò avvenne perché fu scambiata per una statua dell’imperatore Costantino, protettore della Chiesa; perciò, oltre a non essere fusa per riutilizzarne il metallo, come accadde alla maggior parte delle statue bronzee, ebbe una storia particolare.
Almeno dall’VIII secolo, infatti, fu collocata in Laterano, accanto alla Basilica di San Giovanni, l’antica cattedrale di Roma. Nel 1539 la statua dell’imperatore Marco Aurelio fu collocata al centro della piazza romana del Campidoglio, interamente progettata da Michelangelo Buonarroti su incarico di papa Paolo III; qui rimase fino al 1979, quando un attentato dinamitardo la danneggiò.
Oggi al centro della piazza si trova una fedele riproduzione della statua di Marco Aurelio realizzata con la tecnica del laser.