Menelao è l’eroe greco da tutti conosciuto in quanto marito della bella Elena, a causa della quale ha scatenato la guerra di Troia. C’è però tanto altro da sapere su questo personaggio della mitologia greca, che compare sia nell’Iliade che nell’Odissea.
Scopriamo chi è Menelao personaggio della mitologia greca.
Storia di Menelao eroe greco
Menelao è figlio di Atreo re di Micene ed Erope. Dopo la morte del padre, fu cacciato dalla sua patria assieme a suo fratello Agamennone (Menelao e Agamennone sono anche chiamati Atridi). Entrambi trovarono rifugio a Sparta presso re Tindaro e sposarono le sue figlie. Agamennone sposò Clitennestra e Menelao sposò Elena (generata in realtà da Leda, moglie di Tindaro, e Zeus).
L’eroe greco ebbe da Elena la figlia Ermione e i due maschi Eziola e Marafio; i gemelli Nicostrato e Megapente furono invece frutto del suo amore per una schiava. Divenuto vecchio, il re Tindaro gli affidò il suo regno.
Il primo incontro tra Menelao e Paride
Allo scopo di far cessare la pestilenza che infuriava a Sparta, Menelao si recò a Troia su consiglio dell’oracolo di Delfi per sacrificare sulle tombe di Lico e Chimero, figli di Prometeo. A Troia, conobbe il giovane Paride, figlio del re Priamo, che in seguito gli restituì la visita a Sparta.
Paride incontra Elena a Sparta
A Sparta, Paride si innamorò di Elena e i due fuggirono assieme, approfittando dell’assenza dell’eroe greco partito per Creta dove venivano celebrate le esequie di suo nonno Catreo.
Iride, messaggera di Era (moglie di Zeus), informò Menelao dell’accaduto. L’eroe greco si rivolse allora a suo fratello Agamennone, re di Micene, per predisporre un esercito col quale attaccare Priamo re di Troia qualora si fosse rifiutato di restituire Elena. E fu la guerra (la guerra di Troia).
Menelao ed Elena tornano a Sparta
Terminata la guerra, Menelao perdonò Elena e si apprestò a far ritorno in patria con la sua flotta. Si rifiutò però di propiziarsi il favore della dea Atena, protettrice di Troia, come Agamennone gli aveva suggerito; venne quindi colpito dalla sua ira. Atena scatenò infatti una tempesta nella quale naufragarono quasi tutte le navi di Menelao. Con i cinque vascelli rimasti vagò per otto anni nel mar Mediterraneo. Poi a Faro, la ninfa Idotea consigliò all’eroe di impadronirsi di Proteo, divinità marina e padre di lei, custode del gregge di foche appartenente a Poseidone, e di costringerlo a rivelargli come sciogliere l’incantesimo che tratteneva le sue navi lontano dalla patria.
Menelao riuscì a catturare Proteo e, seguendo le sue rivelazioni, si recò in Egitto a compiere sacrifici in memoria del defunto fratello Agamennone. I venti tornarono finalmente favorevoli e Menelao poté raggiungere Sparta.
Ulteriori versioni
Secondo una tradizione che dissente da quella omerica, Menelao non a Troia ma in Egitto avrebbe rintracciato la moglie Elena. Anche circa la fine di questi due personaggi le fonti divergono. Dopo aver regnato a Sparta, in pace e prosperità per anni, Elena e Menelao sarebbero ascesi ai Campi Elisi senza che i corpi perissero, privilegio loro riservato per essere rispettivamente figlia e genero di Zeus. Ma alcuni sostengono che, recatisi in Tauride alla ricerca del nipote Oreste (figlio di Agamennone e Clitennestra da lui stesso uccisa con l’amante Egisto), trovassero entrambi la morte per mano di Ifigenia, sorella di Oreste, che li sacrificò alla dea Artemide della quale era sacerdotessa.