I meteci (da metoikèo, «mi trasferisco») erano gli stranieri di condizione libera che risiedevano momentaneamente o stabilmente nella polis greca. Erano particolarmente numerosi ad Atene.
La loro condizione d’inferiorità rispetto ai cittadini era contrassegnata da alcuni importanti elementi:
- non potevano partecipare alla vita politica;
- non potevano possedere beni immobili;
- erano tenuti a iscriversi in apposite liste;
- erano tenuti a pagare tasse per la residenza, l’esercizio del commercio, il diritto al pascolo.
I meteci più ricchi erano commercianti, banchieri, proprietari di navi o esercitavano le arti liberali.
Privi di diritti politici, potevano agire in tribunale solo se assistiti da un cittadino della polis.
In caso di necessità partecipavano alle azioni militari di difesa, ma solo in ruoli secondari.
Famosissimi metici furono, in ambito filosofico e medico, Ippocrate, Anassagora di Clazomene, Protagora di Abdera, Aristotele; storiografi e oratori come Erodoto di Alicarnasso, Lisia e Gorgia.