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Mitridate VI re del Ponto, il re nemico di Roma che beveva veleno

Mitridate VI re del Ponto (132-63 a.C.), regione attualmente comprendente le aree geografiche della Cappadocia, delle coste del Mar Nero e parte dell’Iran, è uno dei più famosi e potenti sovrani del mondo antico.

È ricordato anche con i nomi di Mitridate il Grande, per l’incredibile forza dimostrata pure nelle peggiori avversità e per il coraggio di non arrendersi mai, e di Mitridate Eupatore. Fu un sovrano colto e intelligente e secondo lo scrittore e giurista romano Aulo Gellio (125-180 d.C.) conosceva almeno 22 lingue.

Chi era il Mitridate VI re del Ponto?

Nato a Sinope (Turchia) nel 132 a.C., dopo l’assassinio del padre nel 120 a.C. ereditò il regno ma dovette condividerlo con la madre e con il fratello minore che, insieme ai suoi tutori, tramavano contro di lui. Perciò, temendo di essere avvelenato, prese l’abitudine di assumere ogni giorno piccole dosi di veleno, fino a raggiungere la completa assuefazione.

Dovette infine fuggire e condusse una vita nomade. Nel 112 a.C. ritornò a Sinope e riuscì a deporre la madre che fece uccidere. Nel 111 a.C. eliminò anche il fratello e sposò, com’era costume dei re orientali, la propria sorella Laodice, che fece assassinare nel 105 a.C.

Per l’energica politica di espansione intrapresa, fu avversario dei Romani all’inizio del I secolo a.C. e protagonista, tra l’88 e il 63 a.C., di tre grandi guerre contro Roma (le guerre mitridatiche).

Mitridate, il re che bevava veleno, e il mitridatismo

Mitridate era ossessionato dalla paura di una cospirazione, perciò cominciò a bere ogni giorno una miscela di veleni in piccolissime dosi. Pertanto questo grande avversario della Roma repubblicana è passato alla storia per aver realizzato insieme al suo medico Crateua un antidoto universale, composto di oltre 90 droghe, che lo rese immune ai veleni: Mitridate ne ingeriva giornalmente una piccola quantità.

Perciò, da Mitridate derivano le parole mitridatismo, mitridatizzazione e il verbo mitridatizzare, cioè immunizzarsi al veleno attraverso una lenta e graduale assuefazione dell’organismo tramite l’assunzione di piccole quantità della sostanza.

Mitridate VI Eupatore re del Ponto divenne così immune ai veleni che, sconfitto da Gneo Pompeo Magno nella terza guerra mitridatica (63 a.C.), volendo uccidersi e non riuscendovi con il veleno, dovette farsi uccidere da Bithio, un suo fido soldato.

Gneo Pompeo fece poi cercare nella reggia il segreto di quel portentoso medicamento che aveva reso Mitridate VI re del Ponto immune ai veleni e trovò in un forziere non una ricetta, ma interi volumi scritti in varie lingue contenenti opere mediche e documenti segreti. Gneo Pompeo diede incarico al suo liberto Pompeo Leneo di trascrivere quei libri e di portarli a Roma perché la scienza potesse trarre vantaggio.

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