I modi indefiniti dei verbi sono tre: infinito, participio, gerundio. Sono detti anche verbi indefiniti perché non forniscono indicazioni riguardo la persona (prima, seconda, terza) e il numero (singolare o plurale) del soggetto a cui il verbo si riferisce.
Il modo infinito
Il modo infinito esprime il verbo nella forma base: quindi dal modo infinito si capisce a quale delle tre coniugazioni appartiene il verbo (-are; -ere; -ire). Può anche svolgere la funzione di nome e in questo caso può essere accompagnato da un articolo determinativo.
Desidero suonare.
Leggere (= la lettura) è un bel passatempo.
Il parlare a vanvera è da stupidi.
A questo proposito ricordiamo che molti infiniti presenti sono diventati dei veri e propri sostantivi: il dovere, il piacere, il volere ecc.
Il modo infinito ha due tempi: uno semplice, il presente (lodare) e uno composto, il passato (avere lodato, essere partito).
Il modo participio
Il participio può avere funzione di verbo, aggettivo e nome.
Tolto (verbo) il dente, mi è passato il dolore.
Ho una bambola parlante (aggettivo).
Ascoltiamo il cantante (nome).
Ha due tempi semplici: il presente e il passato. Il participio presente è usato soprattutto come nome o come aggettivo (abitante). Il participio passato (abitato) si usa anche per formare i tempi composti dei verbi (siamo partiti, abbiamo aperto).
Il modo gerundio
Il gerundio indica il tempo, la causa, il modo, il mezzo con cui avviene l’azione espressa dal verbo della frase reggente.
Guardavo fuori dalla finestra mangiando un panino (rapporto di tempo).
Ho rotto il vaso cadendo a terra (rapporto di causa).
Se ne andò zoppicando (rapporto di modo).
Leggendo ho acquisito tante informazioni (rapporto di mezzo).
Il modo gerundio ha due tempi: uno semplice, il presente (Aprendo la finestra si crea corrente), e uno composto, il passato (avendo camminato tutto il giorno, si sentiva stanco).