La morte di Clorinda è l’episodio più drammatico del poema Gerusalemme liberata, tutto pervaso da un’atmosfera d’amore e di morte.
È scesa la notte. Clorinda medita di assalire e ardere la grande torre in legno mobile con cui i crociati hanno dato l’assalto alle mura della città. A lei si associa Argante.
Prima dell’uscita, Arsete, l’eunuco che ha allevato Clorinda, per trattenerla le narra della sua origine cristiana. Le confida di aver disubbidito all’ordine di farla battezzare ricevuto da sua madre e poi replicato più volte in sogno da apparizioni inquietanti.
Anzi, egli ha fatto un sogno particolarmente angoscioso proprio la notte precedente, nel quale veniva annunciata la imminente morte di Clorinda e la sua inevitabile salvezza cristiana. Clorinda è turbata dal racconto, tanto più che ella stessa ha fatto un sogno analogo; ma rifiuta di rinunciare all’impresa.
Clorinda e Argante riescono nell’impresa e, dopo aver fatto strage di nemici, fuggono verso la città. Qui, nella mischia tra i difensori usciti loro incontro e gli inseguitori cristiani, accade che Clorinda è ferita dal guerriero cristiano Arimone e si volge per punirlo. Le porte della città intanto vengono chiuse e Clorinda resta esclusa.
Il duello di Clorinda e Tancredi e la morte di Clorinda
Vedendosi perduta, Clorinda si finge un soldato crociato, profittando della inconsueta armatura nera indossata per essere meno visibile nell’uscita notturna. Il trucco riuscirebbe, se Clorinda non fosse stata individuata e tenuta d’occhio proprio da Tancredi, il quale la identifica come nemico mentre non la riconosce come la propria amata.
Mentre Clorinda fugge tentando di raggiungere un’altra porta, Tancredi segue l’ignoto guerriero per misurarsi con lui in duello. Lo scontro, lungo ed estenuante, si conclude all’alba con la vittoria di Tancredi. Clorinda, ferita a morte, pronuncia solo parole di fede e chiede di essere battezzata.
Tancredi le toglie l’elmo per eseguire il rito e così la riconosce, ma è ormai troppo tardi. La donna amata muore porgendo a Tancredi, in segno di pace, la sua mano ormai pervasa dal gelo della morte. Anche Tancredi, disperato, cade a terra privo di sensi e semimorto. Lo salverà un gruppo di soldati franchi che passa lì per caso.