Mosè nacque dalla stirpe di Levi, nel pieno della repressione del faraone contro gli Ebrei.
Il popolo ebraico, infatti, intorno al 1800 a.C. lasciò la Terra di Canaan per una grave carestia e si stabilì in Egitto. Qui, secondo il racconto dell’Esodo, visse in pace per diversi secoli.
Mosè salvato dalle acque
Poi, durante il regno del faraone Ramses II (1279-1212 a.C. circa), gli ebrei cominciarono a essere perseguitati perché erano diventati una comunità forte e numerosa. La madre per salvare suo figlio Mosè lo depose in una cesta e lo affidò alle acque del fiume Nilo.
La figlia del faraone, scesa al fiume Nilo per fare il bagno, vide la cesta e il bambino che piangeva; sentì una pena infinita e decise di adottarlo.
Dio si manifesta a Mosè
Il libro dell’Esodo non racconta nulla della vita di Mosè alla corte del faraone. Con un notevole salto temporale, ci presenta Mosè quando, cresciuto in età, si reca dai suoi fratelli.
Si rese così conto dei duri lavori a cui erano sottoposti i fratelli schiavi. Vide poi un uomo egiziano colpire un uomo ebreo; colpì l’egiziano e lo nascose nella sabbia.
La scoperta dell’omicidio gli costò l’ostilità del faraone, ma anche quella dei suoi fratelli che temevano ritorsioni.
Mosè fuggì allora nel deserto e giunse nella terra di Madian. Qui, a un pozzo, difese dalle molestie di alcuni pastori le figlie del sacerdote Ietro. Ietro lo accolse e gli diede in sposa una delle sue figlie.
Per diversi anni Mosè visse a Madian, portando al pascolo il gregge del suocero. Un giorno mentre pascolava le greggi sul monte Oreb, gli apparve il Signore in una fiamma, nel mezzo di un roveto: il roveto bruciava nel fuoco ma non si consumava. Qui Dio gli parlò e gli affidò la missione di liberare il suo popolo dalla schiavitù dell’Egitto e di condurlo alla Terra Promessa.
Le dieci piaghe d’Egitto
Mosè ritornò in Egitto, come Dio gli aveva ordinato. Insieme con il fratello Aronne cominciò la sua missione, ma il faraone si rifiutava di lasciare partire gli ebrei.
Dio allora mandò le calamità passate alla storia come “le dieci piaghe d’Egitto“: l’acqua del Nilo si trasformò in sangue; l’invasione delle rane prima, delle zanzare poi e, infine, dei mosconi rese impossibile la vita; il bestiame morì di peste; animali e uomini furono colpiti da ulcere; una grandine continua distrusse i raccolti; sciami di cavallette divorarono i raccolti; una lunga notte buia su tutto il regno… A ogni nuovo colpo, il faraone prometteva l’esodo, poi, appena la calamità si arrestava, ritirava la parola data. Il suo cuore s’induriva sempre di più, attirando così l’ultima piaga.
L’ultima piaga, la morte di tutti i primogeniti d’Egitto, convinse il faraone.
Mosè libera il popolo ebreo dalla schiavitù dell’Egitto
Il faraone si pentì però di averli lasciati partire. Con i suoi carri da guerra si lanciò allora all’inseguimento. Giunti al Mar Rosso, il popolo ebreo si vide perso. Mosè però alzò il bastone e stese la mano: le acque si separarono e il Signore respinse il mare per tutta la notte con un forte vento d’oriente. Gli ebrei riuscirono così a passare sull’altra sponda. Poi Dio frenò le ruote dei carri degli egiziani e Mosè stese di nuovo la mano sul mare: il mare tornò al livello consueto e le acque sommersero carri e cavalieri.
L’alleanza con Dio
Gli ebrei continuarono il loro viaggio addentrandosi nel deserto. Dopo circa tre mesi di cammino, giunsero ai piedi del Monte Sinai. Dio chiamò allora Mosè sulla montagna e gli consegnò le Tavole della Legge contenente i Dieci comandamenti, che il popolo doveva impegnarsi a rispettare. Il Signore aveva quindi stretto un’alleanza con il suo popolo e gli aveva indicato le regole per una vita a Lui gradita.
Dio ordinò a Mosè di custodire le Tavole della Legge nell’Arca dell’Alleanza. Questa era una cassa rettangolare fatta con legno di acacia e rivestita d’oro; sul coperchio erano posti due cherubini d’oro con le ali tese. L’Arca era il segno di Dio in mezzo al suo popolo.
La morte di Mosè
Ripartirono poi verso la Terra di Canaan. Gli ebrei passarono quarant’anni nel deserto del Sinai; Dio non fece mai mancare il suo aiuto dando loro cibo e acqua nei momenti di difficoltà.
Mosè morì sul monte Nebo prima di entrare nella Terra Promessa.
Il suo posto fu preso da Giosuè, com’è narrato nel libro biblico che porta il suo nome.