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Napoleone in Italia 1796-1814

La discesa di Napoleone in Italia inizia nel 1796 quando al giovane generale viene affidata la cosiddetta Campagna d’Italia, che aveva lo scopo di liberare la penisola dalla presenza degli austriaci e dei piemontesi.

Dopo aver sconfitto austriaci e piemontesi, nacquero le Repubbliche sorelle, che ebbero una breve esistenza. Nel 1802 venne proclamata la Repubblica italiana napoleonica (1802-1805) con presidente Napoleone Bonaparte.

A seguito della proclamazione e incoronazione di Napoleone a imperatore dei francesi (1804) e alla sua incoronazione a re d’Italia (1805) la Repubblica italiana di Napoleone cessò di esistere per evolvere nel Regno d’Italia napoleonico (1805-1814), che comprendeva buona parte dell’Italia settentrionale e parte di quella centrale e aveva come capitale Milano, ma non sopravvisse alla caduta di Napoleone, sciogliendosi nel 1814.

La Campagna d’Italia (1796-1797) di Napoleone Bonaparte

Nel 1796, all’età di 27 anni, Napoleone Bonaparte (1769-1821) viene nominato generale e gli viene affidato il comando dell’Armata d’Italia. Il giovane generale conquista prima Nizza e la Savoia, togliendole allo Stato sabaudo, quindi avanza nella Pianura Padana, annienta l’esercito asburgico ed entra trionfalmente a Milano (15 maggio 1796), capoluogo della lombardia austriaca; poi arriva nello Stato pontificio, dove il papa Pio VI si arrende, infine s’impadronisce di Venezia.

L’esercito francese non si ferma qui: valica le Alpi e minaccia anche Vienna; gli austriaci allora si convincono a chiedere un armistizio: il 17 ottobre 1797 Bonaparte firma con l’Austria il trattato di Campoformio. Con il trattato di Campoformio l’Austria cede alla Francia il Belgio, ampi territori in Germania sulla riva sinistra del Reno e la Lombardia; in cambio gli austriaci hanno il permesso di occupare la Repubblica di Venezia, l’Istria e la Dalmazia.

Molti patrioti italiani (compreso Ugo Foscolo), fino a quel momento, avevano considerato la Campagna d’Italia di Napoleone come l’inizio della riscossa contro i dominatori stranieri e i sovrani dispotici, ma dopo il trattato presero atto che per il generale francese l’Italia era solo terra di conquista.

Le repubbliche sorelle o repubbliche giacobine (1797-1799)

Tra il 1797 e il 1799 furono create nuove repubbliche, le cosiddette “Repubbliche sorelle” o “Repubbliche giacobine” organizzate sul modello di quella francese. La prima fu la Repubblica cispadana, poi detta cisalpina (la prima della Storia a utilizzare il tricolore verde, bianco e rosso); poi, la Repubblica ligure, la Repubblica romana e infine la Repubblica napoletana.

In esse vennero aboliti i privilegi fiscali, riformato il sistema giudiziario con l’introduzione del Codice napoleonico, i beni della Chiesa vennero confiscati e venduti. Queste repubbliche non erano libere, ma totalmente dominate dalla Francia. Subirono pesanti tassazioni e molte opere d’arte vennero sottratte. In breve tempo tutti videro in Napoleone non più il liberatore, ma il conquistatore.

Mentre Napoleone era impegnato nella Campagna in Egitto, le potenze europee formarono una coalizione antifrancese. In Italia scese un esercito austro-russo, che fece crollare tutte le “Repubbliche sorelle”.

Repubblica italiana di Napoleone (1802-1805)

Ma Napoleone riprese il controllo dell’Italia: nel 1802 un’assemblea di notabili deliberò la nascita della Repubblica italiana (strettamente dipendente dalla Repubblica francese), con capitale Milano e Napoleone come presidente.

Napoleone re d’Italia e il Regno d’Italia napoleonico (1805-1814)

Nel 1805 Napoleone (già divenuto imperatore dei francesi, 2 dicembre 1804) proclamò il Regno d’Italia (o Regno italico) e fu incoronato re d’Italia nel Duomo di Milano (26 maggio 1805), cingendo la storica corona ferrea (prendendo la corona di ferro e mettendola in testa, Napoleone pronunciò queste parole “Dio me la dà, guai a chi la tocca“). Il Regno d’Italia di Napoleone andava a sostituire la precedente Repubblica italiana.

Il Regno d’Italia comprendeva Liguria, Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna, Toscana, alcuni territori dello Stato della Chiesa, Istria, Dalmazia. Il re era Napoleone, e vicerè il figliastro Eugenio Beauharnais. La sorella Elisa ebbe il ducato di Lucca e la sorella Paolina Guastalla. Il Regno di Napoli fu affidato prima al fratello Giuseppe Bonaparte e poi quando questi divenne re di Spagna a Gioacchino Murat, cognato di  Napoleone nonché fedele ufficiale della Grande Armée (Grande Armata).

Tale regno conobbe un periodo di grande progresso civile e culturale, con l’adozione del Codice napoleonico, l’avvio di una grande stagione di opere pubbliche e la crescita di Milano, che divenne una vera capitale europea. Il Regno d’Italia cessò di esistere nel 1814, con la fine del periodo napoleonico.

L’eredità di Napoleone in Italia

Durante il regime di Napoleone in Italia, vennero abbandonate le strutture dell’antico regime e gli istituti feudali. Grazie alla privatizzazione dei demani e alla vendita dei beni ecclesiastici si rafforzò la borghesia terriera. L’abolizione delle barriere doganali interne e la costruzione di nuove vie di comunicazione favorì gli scambi commerciali. Vennero inoltre riformate la pubblica amministrazione, l’organizzazione dell’esercito e la scuola. Si formò così un nuovo corpo di ufficiali, insegnanti e funzionari pubblici. Per quanto riguarda invece il sistema giudiziario venne esteso ai territori in Italia il Codice napoleonico. In Italia la presenza francese favorì la diffusione di idee liberali e patriottiche, che portarono al Risorgimento.

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