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Naumachia, battaglie navali a Roma

Con il temine naumachia nella Roma imperiale si indicava sia lo spettacolo del combattimento navale, sia il bacino in cui si svolgeva, naturale o artificiale che fosse. Per la costruzione artificiale si sceglieva generalmente un luogo vicino al fiume Tevere – per esempio in Campo Marzio – per rendere più agevole il rifornimento d’acqua tramite un sistema di tubature che permetteva di allagare l’arena.

Le naumachie erano spettacoli molto costosi, organizzati per intrattenere il popolo. Grandiosi e cruenti, mettevano in scena battaglie navali realmente avvenute in epoca greca e romana. Utilizzavano a questo scopo un lago o un bacino artificiale. Sulle navi da combattimento, molto simili a quelle vere, c’erano schiavi, prigionieri di guerra o criminali condannati a morte.

I cambattenti, chiamati naumachiarii (combattenti della naumachia), prima della battaglia salutavano l’imperatore con una frase divenuta famosa: Morituri te salutant.

Dove si svolgevano le naumachie?

Alcuni di questi spettacoli furono organizzati nel Colosseo. Il Colosseo possedeva strutture capaci di ospitare uno specchio d’acqua tanto ampio e profondo da consentire il galleggiamento di più navi e, dunque, il crudele divertimento di assistere a scontri furibondi e annegamenti.

La maggior parte però si svolsero in edifici appositi, chiamati anch’essi naumachie. Il più famoso di questi particolari teatri fu fatto costruire da Ottaviano Augusto in Trastevere, nel 2 a.C. Era collegato al Tevere tramite un canale e alimentato da un acquedotto costruito appositamente, l’Alsientino.

Le naumachie più famose della storia

Poiché le naumachie erano molto costose, nel corso dei secoli non se ne organizzarono molte. La prima naumachia riportata dalle cronache è quella del 46 a.C. finanziata da Giulio Cesare. Dopo aver fatto scavare un ampio bacino vicino al Tevere, nel Campo Marzio, capace di contenere vere biremi, triremi e quadriremi, ingaggiò tra i prigionieri di guerra 2000 combattenti e 4000 rematori.

Un’altra naumachia che viene riportata dalle fonti è quella finanziata da Ottaviano Augusto nel 2 a.C. per l’inaugurazione del Tempio di Marte Ultore. Come ricorda egli stesso nel Res Gestae, fece scavare sulla riva destra del Tevere, nel luogo denominato “bosco dei Cesari”, un bacino dove s’affrontarono 3000 uomini, senza contare i rematori, su 30 vascelli con rostri e molte unità più piccole.

Altre naumachie ricordate sono quelle dell’imperatore Claudio nel 52 d.C., nel lago Fucino; quelle di Nerone nel 57 e nel 64; di Tito nell’80; di Domiziano e di Filippo l’Arabo, imperatore romano dal 244 alla sua morte nel 249: pare sia stata questa l’ultima naumachia eseguita.

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