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No al bullismo: come difendersi

Con il termine “bullismo” vengono indicate tutte le prepotenze e le violenze esercitate da ragazzi su altri ragazzi in modo ripetuto, per offenderli, impaurirli o derubarli.

Coloro che mettono in atto questi soprusi creano un tale clima di tensione e di paura che spesso impedisce a chi ne è vittima di trovare il coraggio di parlarne, non informano né i genitori né gli insegnanti né altre figure adulte che potrebbero intervenire in loro aiuto.

Invece, è proprio parlandone con adulti, genitori e professori che è possibile difendersi da queste forme di violenza. Così come deve parlarne subito anche chi assiste a episodi di violenza che non gli riguardano direttamente.

All’origine del bullismo ci sono spesso modelli di comportamento sbagliati da parte degli adulti: quando per esempio per educare si ricorre all’autoritarismo, alla coercizione e alla punizione corporale, invece che al dialogo e al confronto, si favorisce nei giovani un accumulo di aggressività negativa che poi trova sfogo nei confronti dei coetanei e di chi è più debole.

Tuttavia, comprendere le ragioni di certi comportamenti non può comportarne l’accettazione e occorre respingere senza incertezza qualsiasi tipo di violenza fisica o psicologica.

Contro il bullismo si dovrebbero attivare sia la scuola sia la famiglia: è importante che genitori e insegnanti comunichino tra loro e si metta in atto un intervento condiviso e coerente. Se un genitore ha il sospetto che il proprio figlio sia vittima o autore di episodi di bullismo, la prima cosa da fare è parlare e confrontarsi con gli insegnanti. Viceversa, se è un insegnante ad accorgersi di atti di bullismo, dovrebbe convocare i genitori, sia del bullo che della vittima, e organizzare insieme una strategia condivisa per porre fine alle prevaricazioni.

Queste le iniziative e gli strumenti messi in atto dal Ministero della Pubblica Istruzione per combattere il “bullismo”:

  • un Osservatorio permanente in ogni Regione, formato da esperti, con il duplice compito di tenere sotto controllo il fenomeno e di varare iniziative e campagne contro il bullismo. Gli Osservatori regionali devono poter contare sulla collaborazione di strutture educative, associazioni e delle scuole.
  • un numero verde nazionale (800-669696). In dieci postazioni di ascolto, un gruppo di psicologi, insegnanti, genitori, personale del Ministero della Pubblica Istruzione è a disposizione per raccogliere le segnalazioni di casi di bullismo, fornire consigli, dare indicazioni su come comportarsi in situazioni critiche.
  • un sito Internet (www.smontailbullo.it) che rappresenta il punto di raccordo del lavoro di chi si occupa di questo problema. Raccoglie e divulga le informazioni provenienti dagli Osservatori e dagli operatori del numero verde, ma si propone anche come vetrina per le campagne e le iniziative contro il bullismo delle singole scuole o di altre associazioni.

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