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Nobiltà di toga e nobiltà di spada

Nobiltà di toga, in francese noblesse de robe, l’espressione nacque nella Francia del XVI (sedicesimo) secolo in opposizione alla nobiltà di spada (noblesse d’épée), cioè la “nobiltà di sangue”. Questa distinzione, inizialmente applicata in ambito francese, si estese in seguito a buona parte dell’Europa.

Chi faceva parte della nobiltà di spada?

Facevano parte della nobiltà di spada i nobili, appartenenti alle famiglie degli antichi feudatari, che tradizionalmente svolgevano mansioni militari e combattevano al fianco del re.

Chi faceva parte della nobiltà di toga?

Alla nobiltà di toga facevano invece parte gli alti funzionari addetti all’amministrazione della giustizia e delle finanze. Dipendeva direttamente dalla monarchia. Per ottenere denaro infatti il sovrano metteva in vendita alcune cariche (tesoriere, giudice, amministratore) che, una volta acquistate, garantivano il titolo nobiliare. Oppure vendeva alcune porzioni di terra dello Stato, assicurando all’acquirente un titolo nobiliare.

Perché si chiamava nobiltà di toga?

Il nome nobiltà di toga deriva dalla lunga toga indossata dai giudici, che rappresentava la carica più spesso concessa a questa nuova nobiltà.

I privilegi della nobiltà

In Francia l’estremo prestigio della condizione nobiliare (o aristocrazia) era dovuto al fatto che essa implicava una serie di consistenti privilegi. I nobili per esempio erano esentati dal pagare la maggior parte delle tasse, come la taille, l’imposta di base versata dai contadini. A loro erano poi riservati gli incarichi più prestigiosi nel governo e nella Chiesa, oltre a un certo numero di posti nelle accademie del regno e buona parte dei ruoli di ufficiale nell’esercito e nella marina. I nobili avevano poi il diritto di portare la spada alla cintura nei luoghi pubblici e di mettere in risalto la loro posizione sociale aggiungendo al cognome il nome dei loro possedimenti preceduto dalla preposizione de.

A loro erano poi riservati dei posti specifici nelle chiese e nelle cerimonie pubbliche. Solo i nobili inoltre avevano il diritto di andare a caccia nelle campagne e di poter calpestare indisturbati i campi dei contadini.

Quando venivano condannati a morte godevano del privilegio di farsi tagliare la testa. La decapitazione era infatti considerata un metodo di esecuzione più dignitoso dell’impiccagione, che era invece riservata alla gente comune.

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