L’obbligo scolastico in Italia va dai sei ai sedici anni di età, il che significa che dai 6 ai 16 anni di età tutti gli italiani sono obbligati ad andare a scuola.
L’articolo 34 della Costituzione italiana stabilisce che: «l’istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita». Questo significa che l’obbligo scolastico deve essere di almeno otto anni, ma che può anche essere più lungo.
Nel 1999, infatti, si aggiunse un nono anno di obbligo; infine, a partire dal 2007, la legge prevede che l’istruzione sia obbligatoria per dieci anni.
L’obbligo scolastico dall’Unità d’Italia ai giorni nostri
Al momento dell’Unità d’Italia, nel 1861, la legge Casati prevedeva un’istruzione elementare pubblica e obbligatoria della durata di due anni a partire dai 6 anni di età.
Nel 1877, con la legge Coppino, l’obbligo divenne di tre anni.
I cambiamenti più significativi furono però introdotti durante il governo di Giolitti. Si passò infatti a sei anni di obbligo scolastico e, con la legge Daneo-Credaro del 1911, si stabilì che lo Stato avrebbe assunto il controllo diretto delle scuole elementari, per garantirne la presenza su tutto il territorio nazionale.
In precedenza, infatti, la gestione delle scuole, ovvero la costruzione degli edifici e l’assunzione degli insegnanti, era affidata ai Comuni. I Comuni spesso non disponevano delle risorse necessarie, di conseguenza in molte regioni d’Italia l’obbligo scolastico restava sulla carta.
Nel 1923 la riforma Gentile alzò l’obbligo ai 14 anni di età.
Tuttavia la scuola rimase ancora a lungo un lusso per pochi, perché gli edifici scolastici erano insufficienti, le strade cattive, i trasporti difficili; inoltre i bambini dovevano aiutare le famiglie nel lavoro dei campi o in altre attività.
Nel 1951 gli italiani che non possedevano la licenza elementare o erano del tutto analfabeti, cioè non sapevano né leggere né scrivere, erano più della metà della popolazione.
Soltanto dopo l’istituzione, nel 1962, della scuola media unica, cioè uguale per tutti, obbligatoria e gratuita, l’istruzione cominciò davvero a diffondersi.
Tuttavia non si può dimenticare che anche oggi molti bambini abbandonano la scuola prima del tempo, nel corso delle medie e, a volte, perfino delle elementari.
Perché c’è l’obbligo scolastico dai sei ai sedici anni di età?
Perché si è passati dai due anni di obbligo del 1861 ai dieci attuali? Questa scelta – che non è solo italiana, dal momento che tutti gli Stati europei prevedono almeno nove anni di istruzione obbligatoria – si basa su almeno due considerazioni.
In primo luogo si ritiene che una società così complessa come quella attuale richieda, per tutti i cittadini, capacità e competenze che vadano al di là del semplice leggere e scrivere.
Inoltre tutti i Paesi europei condividono il principio secondo il quale ogni individuo ha il diritto di sviluppare il proprio sapere anche ai massimi livelli.
Di conseguenza lo Stato ha il dovere di garantire a tutti i cittadini la possibilità di studiare, prevedendo per legge un numero significativo di anni di istruzione obbligatoria, investendo per la scuola le risorse necessarie e creando le condizioni – economiche didattiche e organizzative – affinché ogni studente che lo desideri possa conseguire i più alti traguardi scolastici.