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Origini del caffé: storia e leggenda

Sulle origini del caffé esistono tante e controverse leggende. Ma c’è n’è una in particolare che raccoglie consensi tra gli storici.

Si narra che intorno al 1300 un pastore yemenita di nome Kaldi osservò che le sue capre, dopo aver mangiato certe foglie e bacche selvatiche nei pressi della città di Moka, erano divenute inquiete e insonni.

Avendo assistito a questo evento straordinario ed essendone rimasto meravigliato, egli informò subito di ciò il priore del monastero.

Il monaco sconcertato dai fatti, decise di gettare nel fuoco quelle bacche che inaspettatamente cominciarono a emanare un intenso e piacevole profumo. Incuriosito, il religioso recuperò i frutti ormai anneriti, e dopo averli immersi in acqua, ne ricavò una bevanda che, quando veniva presa la sera, era in grado di far prolungare le veglie.

Alla bevanda fu dato il nome di khawa, che in arabo significa “vino” e in turco “eccitante”.

L’arrivo del caffé in Italia risale invece al 1600, quando lo scultore veneziano Pietro della Valle (1586-1652) lo introdusse nei salotti della sua città.

Presto il caffé, che inizialmente era conosciuto con il nome di “vino d’Arabia”, si diffuse in tutta Europa e nel 1720 aprì, sempre a Venezia, lo storico “Caffé Florian”, che è tuttora in attività.

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