Ottaviano Augusto fu il primo imperatore romano. Durante il suo regno, Roma visse un periodo di pace e benessere. Egli pose fine alle guerre civili, rafforzò i confini, fece costruire numerosi edifici pubblici, strade, acquedotti e ponti; mostrò di avere a cuore sia gli interessi della plebe che dei patrizi. Alla sua morte nel 14 d.C. il potere passò al figlio adottivo Tiberio.
Chi era Ottaviano Augusto?
Ottaviano Augusto nacque a Roma il 23 settembre del 63 a.C. con il nome di Caio Ottavio. Era pronipote di Giulio Cesare perché sua madre Azia era figlia di Giulia, sorella di Cesare.
La carriera politica del giovane Caio Ottavio iniziò quando, dopo la morte di Cesare alle Idi di marzo (cioè il giorno 15 di marzo) del 44 a.C., apprese di essere stato adottato come suo figlio e designato erede di tutti i suoi beni. Il suo nome completo divenne allora Caio Giulio Cesare Ottaviano Augusto.
Era però accaduto che, nei mesi successivi alla morte di Cesare, a Roma si era imposta la figura di Marco Antonio, luogotenente di Cesare fin dal 54 a.C. e console nel 44 a.C. Antonio si rifiutò di consegnare ad Ottaviano il patrimonio che il padre adottivo gli aveva lasciato.
L’ascesa al potere di Augusto e il secondo triumvirato
Il giovane Ottaviano dimostrò a questo punto una straordinaria abilità politica: si alleò con il Senato (che voleva ristabilire la propria supremazia) contro Marco Antonio, dichiarato nemico pubblico, e lo vinse a Modena. Marco Antonio si rifugiò allora nella Gallia Transalpina, dove si trovava Lepido, già comandante della cavalleria di Cesare. Ottaviano, invece di inseguire i suoi nemici, marciò su Roma e, con la forza delle armi, impose al Senato la sua elezione al consolato. Poi incontrò a Bologna Marco Antonio e Lepido per cercare un accordo. Da questo accordo scaturì il Secondo triumvirato (43 a.C.), grazie al quale si spartirono l’impero, decisero la guerra contro i cesaricidi Bruto e Cassio e avviarono le liste di proscrizione (tra le vittime più illustri vi fu Cicerone, acerrimo nemico di Antonio).
Nel 42 a.C., nella battaglia di Filippi, in Macedonia, i triumviri sconfissero i cesaricidi Cassio e Bruto, che si suicidarono.
Dopo la vittoria su Bruto e Cassio, nel 40 a.C., con l’accordo di Brindisi, i triumviri si spartirono i domini romani: Ottaviano prese il controllo dell’Italia e delle province occidentali; Antonio ricevette l’Oriente; a Lepido, figura marginale, venne concessa solo l’Africa.
Ottaviano e Antonio
Marco Antonio, dopo aver condotto una campagna infruttuosa contro i Parti, nel 37 a.C. sposò Cleopatra, regina d’Egitto, dopo avere ripudiato sua moglie Ottavia, sorella di Ottaviano. Ottaviano accusò Antonio di voler creare un impero orientale indipendente da Roma e, su mandato del Senato, affrontò e sconfisse Antonio e Cleopatra nella battaglia di Azio (31 a.C.) sulla costa meridionale dell’Epiro. L’anno successivo, 30 a.C., Ottaviano invase l’Egitto, entrando nella capitale Alessandria. Non avendo via di scampo, Marco Antonio si suicidò. Pochi giorni dopo Cleopatra, vedendosi perduta, si uccise, secondo la leggenda, facendosi mordere da un aspide al seno.
La vittoria di Ottaviano nella battaglia di Azio segnò la fine definitiva della Repubblica e l’inizio della storia dell’Impero romano.
L’impero di Ottaviano Augusto
Ottaviano rientrò a Roma nel 29 a.C. e il Senato gli conferì il titolo di princeps senatus, cioè «primo» del Senato e quindi primo cittadino dello Stato. Nel 27 a.C. i senatori gli conferirono il titolo di Augustus, Augusto, che sarebbe entrato a far parte del suo nome, Ottaviano Augusto. Derivato dal verbo augeo, «accresco», augusto indicava la caratteristica di un uomo che faceva aumentare il benessere dei cittadini e che per questo era oggetto di devozione.
A partire dal 23 a.C., Ottaviano Augusto assunse su di sé tutte una serie di cariche importanti:
- l’imperium proconsulare maius et infinitum (comando perpetuo delle province) che gli permetteva di controllare le province strategiche.
- Nello stesso anno gli venne consegnata la tribunicia potestas, la potestà tribunizia, cioè i privilegi dei tribuni della plebe: l’intoccabilità della persona del tribuno; il diritto di veto sulle iniziative del Senato e degli altri magistrati; la possibilità di far approvare le leggi. In più Augusto, non essendo un vero e proprio tribuno della plebe, non era sottoposto al diritto di veto di un altro tribuno.
- Ottaviano Augusto accumulò altre cariche: il controllo degli approvvigionamenti di Roma (cura annonae) e la responsabilità delle strade (cura viarum).
- Nel 12 a.C. ottenne anche il pontificato massimo (cioè divenne supremo capo religioso) e il potere censorio per il controllo dei costumi e della pubblica moralità.
- Nel 2 d.C. infine ottenne il titolo di Padre della Patria, cioè padre dell’Impero romano.
Le riforme e le politiche di Ottaviano Augusto primo imperatore di Roma
Riforma amministrativa
Per amministrare il suo immenso impero Ottaviano Augusto divise le province in due categorie: le province senatorie affidate ai governatori aristocratici e le province imperiali, affidate invece a legati del principe, di estrazione equestre o addirittura scelti tra i liberti (gli schiavi liberati). Le prime versavano le tasse all’erario (il tesoro statale), le seconde le versavano invece al fisco (il tesoro imperiale). In questo modo il principe poteva finanziare grandi opere nelle sue province, finalizzate a una loro romanizzazione (cioè renderle omogenee a Roma), oltre che pagare gli eserciti.
La riforma dell’esercito
In campo militare Ottaviano Augusto razionalizzò le legioni, riducendole da 50 a 28, e le affidandò a ufficiali professionisti pronti a spostarsi da una regione all’altra. La leva era volontaria, i soldati delle province acquisivano immediatamente la cittadinanza romana, lavoravano per vent’anni e poi erano congedati con assegnazioni di terre o di denaro. Venne istituita una speciale guardia armata dell’imperatore: i pretoriani, comandati dal Prefetto del pretorio.
Riforma del sistema fiscale
Impose anche ai cittadini più ricchi, rimasti fino a quel momento esenti da tributi, delle tasse che gli permisero di creare un erario militare per risolvere il problema della paga per i soldati congedati.
Riforme sociali
Alla plebe garantì abbondanti distribuzioni di grano, elargizioni in denaro, spettacoli pubblici e giochi. Finanziò grandiosi lavori pubblici, facendo edificare il foro di Augusto, l’Ara Pacis e il Pantheon, ma anche ponti, strade, terme e acquedotti, per alleviare il problema della disoccupazione.
La politica estera di Ottaviano Augusto
In politica estera Ottaviano Augusto volle proporsi come garante della pace. Stipulò un trattato di pace ventennale con i Parti, nemici storici di Roma; insediò dei re-clienti nell’area orientale; consolidò i territori occidentali cercando di rendere sicuri i confini europei rappresentati dai fiumi Danubio e Reno.
In queste campagne, in cui furono acquistati il Norico, la Rezia, la Pannonia e la Mesia, Roma subì anche una bruciante sconfitta nella foresta di Teutoburgo (9 d.C.), in Westfalia, ad opera dei Germani: ben tre legioni romane furono distrutte da Arminio, principe dei Cherusci.
Politica culturale
Ottaviano Augusto sviluppò un’intensa opera di promozione della cultura, potenziando le biblioteche e divenendo, attraverso l’amico Mecenate, il patrono di poeti, oratori, storici, che ricevevano il sostegno economico necessario per dedicarsi agli studi e alle arti. I poeti Virgilio, Orazio e Properzio e lo storico Tito Livio cantarono e descrissero l’età augustea come un periodo di pace e di prosperità.
A Virgilio, in particolare, l’imperatore commissionò un poema epico per celebrare la grandezza di Roma e le virtù del popolo romano, l’Eneide.
L’ideologia augustea
Il mos maiorum e la tutela della famiglia
Ottaviano Augusto comprese che la costruzione del consenso al suo regime richiedeva la diffusione di una vera e propria ideologia. Perciò si propose come il fautore di un ritorno ai valori tradizionali degli antenati, ripristinando il mos maiorum. Introdusse norme severe per la tutela della famiglia, del matrimonio e della procreazione.
In ambito religioso Ottaviano Augusto cercò di ripristinare le credenze tradizionali, corrotte dalla crescente diffusione di culti orientali, e reintrodusse antiche cerimonie ufficiali. Fu molto cauto però nel diffondere il culto della sua persona, che tuttavia si affermò in Oriente. Le popolazioni orientali, infatti, erano abituate per tradizione antichissima a venerare la figura del monarca. Così, mentre in Oriente Ottaviano Augusto fu celebrato come un dio, nel resto del mondo romano si praticava il culto del genio di Augusto, dove «genio» era inteso come l’essere divino che veglia sulla salute e sulla prosperità della famiglia (in questo caso dell’impero), proteggendola.
La morte di Ottaviano Augusto
Nonostante avesse sempre avuto una salute malferma, Ottaviano Augusto visse fino a settantasette anni. Da monarca di fatto qual era, si pose il problema di designare un successore, non avendo avuto nel pluridecennale matrimonio con Livia figli maschi. I candidati alla successione da lui prediletti vennero via via meno, premorendogli. Alla fine fu costretto a designare nel 13 d.C. il poco amato Tiberio, figliastro nato da un precedente matrimonio di Livia. Ottaviano Augusto morì l’anno successivo, a Nola, il 19 agosto del 14 d.C.
Di lui ci sono rimaste le Res gestae, in cui descrive le imprese compiute.
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