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Honoré de Balzac: Papà Goriot riassunto e analisi

Papà Goriot (titolo originale in francese Le Père Goriot) è un romanzo di Honorè de Balzac. Balzac scrisse Papà Goriot nell’estate del 1834 e lo pubblicò a puntate tra il dicembre 1834 e il 1835.

Papà Goriot riassunto

Papà Goriot da semplice operaio ha fatto fortuna con il duro lavoro e il commercio delle granaglie. Dopo sette anni di felice matrimonio, muore la moglie ed egli riversa tutto il suo affetto sulle figlie Anastasia e Delfina.

Niente è troppo bello e troppo costoso per loro. Anastasia e Delfina ricevono una raffinata educazione nei migliori collegi e contraggono, grazie alle favolose doti che papà Goriot ha accantonato, due ottimi matrimoni.

Infatti, Anastasia diventa la contessa di Restaud e Delfina la baronessa di Nucingen.

Papà Goriot va invece a vivere nella modesta pensione diretta dalla vedova Vauquer. Qui alloggiano molti dei personaggi che in seguito avranno ruoli di primo piano negli altri romanzi della Commedia umana (come il forzato Vautrin in Illusioni perdute).

Egli è ignorato e disprezzato dalle figlie, che gli rendono visita solo nei momenti di bisogno. Delfina infatti vuole soldi per una garconnière in rue d’Artois dove incontrarsi con l’amante Rastignac; Anastasia invece deve dare forti somme al suo amante Massimo de Trailles che le sperpera al gioco.

Papà Goriot è allora costretto a ricorrere più volte ai prestiti dell’usuraio Gobseck e a spogliarsi praticamente di tutto.

Costretto a ridurre le sue spese personali, alloggia via via in camere sempre meno care e infine si ritrova in soffitta, dove muore di apoplessia il 21 febbraio 1820, assistito solo da Rastignac e dallo studente Bianchon.

Alle spese del modesto funerale provvedono i due giovani, impegnando le loro povere cose. Le figlie non intervengono nemmeno alla cerimonia: la bara è seguita solo dalle loro vetture vuote.

Analisi e commento

Il romanzo Papà Goriot è inserito da Balzac nel ciclo della Commedia umana, nel gruppo delle Scene della vita privata.

Capolavoro del realismo sociale ottocentesco, è un grande affresco di una società resa meschina dalla sete di denaro.

I rapporti filiali, come l’umanità stessa, risultano distrutti nel vortice di un ambiente a tratti infernale, cupo e privo di ideali (di grande impatto è la figura dell’usuraio Gobseck).

Anche l’affetto paterno e l’aspirazione a un legame che vorrebbe essere autentico, ma su cui pesa l’ansia del prestigio, diventano ottusi e si piegano a un disegno di vizi e di egoismi.

È la società borghese che Balzac condanna. Essa produce infatti avidità, precarietà, rottura dei vincoli tradizionali.

I toni esasperati e il suo realismo a tratti visionario fanno di Papà Goriot un’opera pienamente moderna.

Sul sito Studia Rapido leggi anche Illusioni perdute di Honoré de Balzac – Riassunto

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