La parabola del buon samaritano, inserita nel Vangelo di Luca (capitolo10, versetti 30-35), insegna che la cosa più importante e bella da fare è amare il proprio prossimo. Insegna anche che il prossimo non è soltanto chi vive vicino a noi, ma chiunque incontriamo durante la nostra vita, senza distinzione tra amico e nemico, ricco e povero, bianco, nero o giallo.
La parabola del Buon Samaritano
Un uomo era in cammino verso Gerico quando dei briganti lo assalirono e lo presero a bastonate; gli rubarono tutto e lo lasciarono mezzo morto.
Un sacerdote che passava vide il ferito, ma proseguì il cammino.
Poco dopo passò di lì un Levita, cioè appartenente alla tribù di Levi, e anche lui fece lo stesso.
Invece un samaritano, cioè un abitante della Samaria (una regione della Palestina), che era in viaggio, ne ebbe compassione. Si avvicinò, gli versò olio e vino sulle ferite e gliele fasciò. Poi lo caricò sul suo asino e lo portò fino a una locanda.
Lì si prese cura di lui e il giorno dopo, prima di partire, diede al locandiere due monete d’argento e gli disse di aver cura di lui e nel caso avesse speso di più, lo avrebbe pagato al suo ritorno.